“Le notizie apparse in questi giorni sono del tutto infondate, nessuna nuova domanda di risarcimento di 100mila euro per danni psicofisici è stata avanzata in appello dai miei avvocati, anche perché chi scrive dovrebbe sapere che in quella sede non è possibile proporre nuove domande. Si tratta delle stesse richieste già formulate in primo grado dai miei precedenti avvocati”. Così la vedova di Stefano D’Orazio, Tiziana Giardoni, a Il Corriere della Sera.
La Giardoni ha spiegato meglio il rapporto che legava la “figlia segreta” Francesca Michelon a suo marito: “Aveva rifiutato ogni rapporto con mio marito: il suo legame con il padre per lei passava solo per il denaro. Stefano con molta tristezza si autodefiniva’“un bancomat’. Veniva cercato solo come mero sostenitore economico: le richieste di denaro erano puntuali e insistenti. Questo portò Stefano a uno stato di prostrazione tale da doversi sottoporre a visite specialistiche e ricoveri, fino alla prescrizione di antidepressivi”.
E ancora: “Mio marito avrebbe voluto un rapporto con Francesca con tutte le sue forze. Per la figlia della sua ex compagna Lena Biolcati, Silvia, lui è stato un padre a tutti gli effetti, nonostante non fosse il genitore biologico. La Michelon però non voleva il suo affetto e questa sua affermazione è anche agli atti: un rapporto di freddezza probabilmente voluto anche dalla madre della Michelon, la signora Bolletta, che impose allo stesso Stefano di mantenere il riserbo sulla paternità, volendo preservare il rapporto familiare con il marito”.
E infine: “In quegli anni aridi ho visto mio marito diventare un’altra persona: era così spaventato che nel 2009 decise di lasciare i Pooh. Le richieste erano diventate insistenti e lui non voleva trascinare il gruppo in uno scandalo morale. Non credo di esagerare nel dire che si sentiva con le spalle al muro“.