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Paolo Bellini, una sola opposizione alla richiesta di archiviazione dei pm di Caltanissetta: il gip fissa l’udienza

Udienza il 28 gennaio del 2026 dopo l'opposizione di Salvatore Borsellino, rappresentato dall'avvocato Fabio Repici
Paolo Bellini, una sola opposizione alla richiesta di archiviazione dei pm di Caltanissetta: il gip fissa l’udienza
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C’è solo un’opposizione che è stata formalizzata contro la richiesta di archiviazione di Paolo Bellini da parte della procura di Caltanissetta. L’ex esponente di Avanguardia Nazionale, condannato in via definitiva per la strage di Bologna, è ancora indagato per le stragi di Capaci e di via D’Amelio. Tra le 47 persone offese individuate dalla procura nella richiesta firmata dall’aggiunto Pasquale Pacifico il 3 luglio scorso, soltanto una si è opposta all’ipotesi di archiviazione la posizione di Bellini: Salvatore Borsellino, rappresentato dall’avvocato Fabio Repici. Il giudice per le indagini preliminari, Santi Bologna, ha dunque fissato un’udienza per la decisione il 28 gennaio del 2026.

Bellini nei mesi scorsi ha incassato anche l’archiviazione dell’indagine sulle stragi del 1993, chiesta e ottenuta dalla procura di Firenze. L’inchiesta toscana era collegata a quella di Caltanissetta. Nel giugno del 2023, gli inquirenti avevano perquisito e interrogato Bellini: nel decreto erano ricostruite le trasferte dell’indagato in Sicilia nel 1992. Viaggi spesso compiuti per incontrare Nino Gioè, boss di Altofonte, che sarà poi uno dei boia di Giovanni Falcone ed era sin dagli anni ’80 il suo contatto in Cosa Nostra. Gli inquirenti avevano ritrovato alcune intercettazioni compiute all’epoca dei fatti su ordine delle procure di Firenze e Reggio Emilia che indagavano allora su altre vicende. Analizzando quegli ascolti era emerso un fatto inedito, raccontato dal Fatto: “Nel corso di conversazioni registrate tra il 21 e il 25 maggio 1992 la moglie dell’epoca del Bellini, anche conversando con un interlocutore che lo cercava affermava che il coniuge si trovava in Sicilia; il Bellini poi faceva rientro giorno 25.5.1992”.

Il diretto interessato, però, aveva negato: “Ha sempre affermato che in detto periodo si stava recando in Sicilia ma, tuttavia, non avendo avuto la disponibilità del Gioè a incontrarlo avrebbe fatto rientro in Emilia”. Da una informativa della Digos del 1994, invece, era poi emerso come Bellini e Gioè si trovassero a Cefalù, in provincia di Palermo, circa una settimana prima della strage in via D’Amelio. L’indagato aveva sempre sostenuto di essersi recato in Sicilia per svolgere la professione che svolgeva all’epoca, cioè il recupero crediti. Una giustificazione che le indagini della procura non hanno smentito. Nella richiesta di archiviazione, la procura inserisce anche il testo di alcune intercettazioni di Bellini. Tra le altre cose, l’ex Primula nera ha sosteneva di essere stato “indotto” a infiltrarsi in Cosa Nostra dall’ex presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro.

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