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“I figli che non arrivano? Alcune mie care amiche hanno attraversato questi calvari. È ancora un tabù, perché per tante è una colpa”: così Miriam Leone

L'attrice nel nuovo film di Muccino interpreta una donna in crisi e parla delle difficoltà legate alla maternità

di Redazione FqMagazine
“I figli che non arrivano? Alcune mie care amiche hanno attraversato questi calvari. È ancora un tabù, perché per tante è una colpa”: così Miriam Leone

C’è anche Miriam Leone nel cast del nuovo film di Gabriele Muccino, ambientato tra Roma e Tangeri, “Le cose non dette”, in arrivo nelle sale dal 29 gennaio. Nella pellicola ci sono anche Stefano Accorsi, Claudio Santamaria e Carolina Crescentini. La Leone è una giornalista che si ritrova con la propria vita a pezzi. L’attrice si è divisa tra la lavorazione della pellicola e la maternità.

“Sono in questa fase. Orlando è ancora piccolo, è difficile staccare la testa da lui – ha affermato a Vanity Fair – e, quando mi presentano una sceneggiatura, confido che sia un’offerta da poter rifiutare. Invece ho accettato. Per tanti motivi, uno in particolare: interpretare un personaggio capace di offrire alle donne uno sguardo diverso, una via d’uscita quando il mondo si sgretola, e a non sentirsi così sole quando non vedono chiaramente che cosa sta accadendo intorno”.

La maternità ricorre anche nel film “Le cose non dette” per le donne col desiderio di un figlio che non arriva: È un tema a me molto vicino: alcune delle mie più care amiche hanno attraversato questi calvari, ad alcune è andata come speravano ad altre purtroppo no. È ancora un grande tabù, perché per tante è una colpa. Ma è un tabù anche la maternità voluta o non voluta. Fatichiamo a parlarne perché veniamo giudicate”.

“Nel mio ambiente sono stata sostenuta da persone illuminate, – ha continuato – però mi è pure stato detto: ‘Guarda che non sei l’unica che fa la mamma’. Penso che essere genitori oggi non sia più solo un fatto privato, ma anche sociale… In un Paese dove le dichiarazioni pro-famiglia abbondano, sarebbe necessaria una politica realmente impegnata al sostegno, che, per chi non può permetterselo privatamente, non c’è”.

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