Processo “Gotha”, la Cassazione annulla senza rinvio la condanna a Giorgio De Stefano: assolto definitivamente
Annullamento senza rinvio e assoluzione “perché il fatto non sussiste”. La Cassazione ha messo la parola fine al processo “Gotha”. Almeno per quanto riguarda la posizione di uno dei principali imputati, l’avvocato Giorgio De Stefano per anni ritenuto dalla Dda di Reggio Calabria una delle due teste pensanti della ‘ndrangheta reggina assieme all’ex parlamentare del Psdi Paolo Romeo, condannato a 25 anni di carcere in primo grado con il rito ordinario e in attesa, nei prossimi mesi, della sentenza d’Appello.
Nel frattempo, si è concluso l’altro troncone del processo nato dalla riunione delle inchieste “Mamma Santissima”, “Reghion”, “Fata Morgana” “Alchimia” e “Sistema Reggio” nell’ambito delle quali i carabinieri del Ros, la guardia di Finanza e la polizia avevano acceso un faro su quello che i pm considerano il “direttorio” della ‘ndrangheta, una struttura con una strategia programmatica che puntava ad alterare “l’equilibrio degli organi costituzionali”. Al centro di questo direttorio, stando all’impianto accusatorio, c’era pure Giorgio De Stefano per il quale adesso sono cadute tutte le accuse.
La sentenza della Suprema Corte è arrivata venerdì sera e l’avvocato è stato, così, assolto definitivamente dal processo in cui aveva rimediato in primo grado una condanna a 20 anni di carcere, poi ridotta in Appello a 15 anni e 4 mesi di reclusione. Quella sentenza, nel 2022, era stata annullata una prima volta dalla Cassazione perché, tra le altre cose, appariva “illogico – scrissero gli ermellini – sostenere che Giorgio De Stefano potesse contemporaneamente far parte sia della struttura invisibile” della ‘ndrangheta, “sia della struttura visibile ed operativa in qualità, peraltro, di capo della cosca De Stefano”. Una parte della prima condanna, inoltre, secondo la Cassazione era coperta dal giudicato di un altro procedimento penale, il maxi “Olimpia”, dove De Stefano era stato condannato per concorso esterno.
Rifatto il processo “Gotha”, quindi, nel novembre 2024 la Corte d’Appello aveva ridotto ulteriormente la pena a 10 anni di carcere, condannando De Stefano solo come “partecipe dell’associazione mafiosa” e non come capo promotore di quella che era stata definita la “struttura riservata della ‘ndrangheta” dove assieme a Paolo Romeo, stando all’originario impianto accusatorio, sarebbe stato il “motore immobile del sistema criminale”, uno dei “soggetti ‘cerniera’ in grado di interagire tra l’ambito ‘visibile’ e quello ‘occulto’ dell’organizzazione”. Ritornato per la seconda volta in Cassazione, quindi, Giorgio De Stefano si è visto annullare senza rinvio anche la nuova condanna della Corte d’Appello di Reggio Calabria. La Suprema Corte ha accolto, infatti, la tesi del collegio di difesa dell’imputato rappresentato dagli avvocati Valerio Vianello, Giovanni De Stefano, Paolo Tommasini e Giorgio Vianello.
In attesa delle motivazioni, stando a quanto trapela dalle difese, gli ermellini non solo avrebbero annullato senza rinvio la condanna ma avrebbero assolto Giorgio De Stefano con la formula “perché il fatto non sussiste”. L’imputato era stato arrestato nel 2016 e ha scontato 6 anni di carcerazione preventiva. La Suprema Corte ha annullato senza rinvio anche per un altro imputato, Antonino Nicolò che era stato condannato a tre anni di reclusione. Per quanto riguarda gli altri imputati, invece, è stato rigettato il ricorso di Roberto Franco e Domenico Marcianò, condannati rispettivamente a 12 anni e 8 anni.