Giovanni Minoli si è raccontato a Fanpage (l’occasione, la sua partecipazione a Benetton Formula, un doc che racconta la storia del trionfo in Formula 1 bella famiglia del tessile) e ha avuto così modo di parlare di tv, ma non solo. Di calcio, per esempio, passione di Minoli mai tramontata: “Amori così non ti abbandonano anche se vorresti lasciarli, lo seguo ma a fatica perché oggi è di una noia mortale. I campioni non vengono più coltivati, ce ne sono pochissimi. Se tu guardi una partita di Sinner è meglio di una finale della Coppa dei Campioni“. E sugli ascolti che il tennis macina in tv, il conduttore ha aggiunto: “Ma non è solo quello (questione di share, ndr). Io ho visto mia moglie, che non sa neanche come è fatta una racchetta, appassionarsi lentamente. È un fenomeno mediatico, sociale, educativo. Di recente Sinner ha detto una cosa bellissima, che lui sciava e anche lì avrebbe potuto farcela, ma ha scelto il tennis perché una gara di sci dura 1 minuto e 40 in cui ti giochi tutto, mentre una gara di tennis è indefinita. C’è un tempo un tempo dell’attacco, un tempo del recupero, un tempo anche dell’errore, della crisi psicologica che può essere superata”.
E Minoli ricorda le sue tante interviste, Minoli, dal faccia a faccia con Netanyahu di anni fa (“incredibile che in quell’occasione parlasse di due stati”), a quello con Baudo in cui si parlava di ‘teledivi’: “Quelli di oggi li chiamerei teledivini, teledivetti, teledivucci. E infatti chi sono quelli veri? Quelli che c’erano già. Penso a Gerry Scotti, numero uno assoluto. Conta la gavetta, non è che tu prendi un concorrente del Grande Fratello e gli dai un programma e diventa un teledivo”. E sempre su Scotti e il successo de La Ruota della Fortuna aggiunge: “La dice lunga anche sull’importanza del format. Prendiamo l’esempio di Amadeus, un grandissimo professionista che aveva trasformato Affari Tuoi lentamente in un trattato di sociologia popolare, scavava lentamente nelle storie senza darlo a vedere, dalle personalità dei concorrenti veniva fuori un’Italia minore raccontata dagli stessi protagonisti. Ha fatto fare un salto di qualità al programma, anche di ascolti. Ora il programma si è trasformato in qualcosa che somiglia molto più a una festa e questo forse ha aperto uno spazio per Scotti (…). Qual è l’oggetto del format (Affari Tuoi, ndr)? Aprire delle scatole e vedere se ti va bene, mentre La ruota della fortuna richiede un minimo impegno. C’è già una superiorità narrativa. Trasformare Affari Tuoi in un varietà ha funzionato perché De Martino ha un impatto forte sul pubblico, forse sul lungo periodo non ha pagato”.
Una lunga analisi quella sulla tv, che va dagli orari sempre più dilatati del prime time, al programma che salva sulla Rai ovvero Splendida Cornice e fino al “punto principale” ovvero “l’idea che si ha del palinsesto e se il palinsesto è basato sull’idea di programmi lunghi che costano meno per risparmiare, non va bene”. Poi la conferma del fatto che è stato Fabio Fazio a dirgli della morte di sua madre: “È andata proprio così. Il mio è un caso clamoroso, perché mio padre e mia madre sono morti nello stesso modo a distanza di 12 anni, tutti e due in un incidente stradale. Separatamente, individualmente. Quando lei ha avuto l’incidente Fazio passava di lì, sull’autostrada. Ha chiesto, s’è informato e dato che mia madre, da sfegatata juventina qual era, andava ogni tanto da lui a Quelli quelli del calcio, mi avvisò al telefono. Non è stato un bel modo per saperlo, ma non lo sarebbe stato comunque”.