Crime

“Mia cugina Emanuela Orlandi? Siamo stati richiamati tutti dal Pm che vuole ricostruire la vicenda. Ecco cosa contengono le videocassette perquisite a casa nostra”: a ‘Chi l’ha visto’ parla il figlio di Mario Meneguzzi

Pietro Meneguzzi smentisce le accuse contro il padre nella scomparsa di Emanuela Orlandi: "Vecchi sospetti già accantonati"

di Alessandra De Vita
“Mia cugina Emanuela Orlandi? Siamo stati richiamati tutti dal Pm che vuole ricostruire la vicenda. Ecco cosa contengono le videocassette perquisite a casa nostra”: a ‘Chi l’ha visto’ parla il figlio di Mario Meneguzzi

Il cugino di Emanuela Orlandi Pietro Meneguzzi ha rilasciato ieri un’intervista per il programma Rai Chi l’ha Visto, che è tornato sul mistero della scomparsa della cittadina vaticana. Pietro è il figlio di Mario Meneguzzi, su cui negli ultimi giorni si è focalizzata l’attenzione del giornalista Massimo Giletti che ha condotto un’inchiesta che ha riacceso il focus sullo zio di Emanuela e sulla pista per cui all’epoca gli inquirenti si erano focalizzati su di lui. “Questa pista riproposta dopo che era stata accantonata, rilanciata senza nessun nuovo elemento di indagine e nessun fondamento e un po’ gli Orlandi da vittime in un soffio diventano carnefici. Natalina (la sorella maggiore di Emanuela, ndr) è stata assaltata dalle telecamere sotto casa”, ha sottolineato la conduttrice del programma Federica Sciarelli.

I sospetti su zio Mario

Il nome di Mario Meneguzzi, lo ricordiamo, è riemerso dai faldoni del tempo dopo che nel 2023, durante il Tg La7, Enrico Mentana diffuse la notizia di una confessione che nel 1978 Natalina Orlandi fece al suo padre spirituale, un sacerdote sudamericano al quale confessò si essere turbata per delle attenzioni particolari da parte del marito della sorella di suo padre, Lucia Orlandi.Mio zio mi fece delle semplici anavces verbali e finirono lì”, ha chiarito poi la donna in conferenza stampa. Per questo episodio l’uomo fu indagato all’epoca dagli inquirenti e tutti i sospetti presto caddero. Le famiglie Meneguzzi e Orlandi tuttavia sono rimaste molto legate, questa storia non ha scalfito la loro unione come confermano Pietro Orlandi e Pietro Meneguzzi a Chi l’ha visto.

Le parole di Meneguzzi

“Come succede per tutti i casi di scomparsa, si indaga anche tra i familiari ma all’epoca accertarono che non c’era nessun orco in famiglia. Mio padre è deceduto nel luglio del 2009. Oggi avrebbe avuto 93 anni e credo che se fosse vivo non sarebbe neanche uscita questa cosa. Si tratta di un vecchio sospetto – ha spiegato il figlio – accantonato. Furono delle avances verbali e niente di più come ha detto nel 2023 Natalina in conferenza stampa. Sono sempre le stesse storie che tirano fuori per allontanare dalla verità, quella vera ma noi siamo ancora qui. Comunque è giusto che dopo 42 anni la Procura è giusto riparta da zero e indaghi di nuovo su tutte le piste. Siamo stati richiamati tutti dal Pm che vuole ricostruire la vicenda”.

La perquisizione

Nei giorni scorsi, il programma “Lo stato delle cose” condotto dal giornalista Massimo Giletti ha diffuso un servizio in cui si parlava di una perquisizione recente della Polizia a casa dei Meneguzzi. Questa perquisizione risale all’aprile del 2024. “La Polizia Giudiziaria ha perquisito la casa a Roma dove mia madre vive in affitto e che non è più quella dove vivevamo nel 1983, adesso abitata da mia sorella Monica”, ha spiegato Meneguzzi. “Ha preso delle micro casette audio e dei timbri, era tutto in cantina”. Alcune di queste cassette non sono state mai utilizzate, altre erano state utilizzate per registrare. Sono state analizzate e sottoposte ad accertamenti dei Ris “Ma non contengono nulla di importante – ha specificato Meneguzzi –. Poi hanno chiesto di perquisire altre case: quella in montagna attuale a Spedino e quella di famiglia a Roma ormai di mia sorella”. Lì le forze di Polizia hanno trovato solo dei Vhs analizzati e verbalizzati e che contengono: un concerto dei Backstreet Boys, una puntata del programma Telefono Giallo, una puntata di “Sei forte maestro”, il matrimonio di Monica Meneguzzi e tutta la famiglia al mare. “Voglio dirvelo per anticipare lo scoop del secolo di chi non vuol fare cronaca e vuol fare altro”, ha concluso Meneguzzi figlio, evidentemente turbato dal riemergere di una vecchia vicenda ormai dimenticata.

L’identikit

Negli ultimi tempi la foto di Mario Meneguzzi è stata confrontata (perché indicata come somigliante) all’identikit dell’uomo che davanti al Senato quel giorno, il 22 giugno del 1983, fece una strana proposta di lavoro a Emanuela Orlandi: distribuire volantini per l’Avon per 375mila lire, una cifra considerevole per i tempi. Quell’offerta fu in realtà la trappola messa in atto per attuare il sequestro della ragazza all’uscita della scuola di musica nella Basilica di Sant’Apollinare. E questo evento è l’unica e ultima certezza sulla sua scomparsa perché la ragazza ne parlò al telefono alla sorella Federica, a cui telefonò dalla scuola di musica, poco prima di sparire per sempre. “Emanuela disse a Federica: un uomo mi ha fermato non mio zio mi ha fermato, lo avrebbe riconosciuto”, fa notare Pietro Orlandi rispondendo a chi in tempi recenti ha evidenziato la somiglianza tra Mario Meneguzzi e l’uomo misterioso.

L’alibi di Meneguzzi

Quel giorno Mario Meneguzzi era con la moglie Lucia, la figlia Monica e la cognata Anna Orlandi a Torano, località di montagna dove trascorrevano le vacanze. Il suo alibi venne evidentemente accertato da chi condusse le indagini all’epoca. Racconta il figlio: “Ero a casa con la mia fidanzata dell’epoca, stavamo festeggiando il suo compleanno. Alle dieci chiama zio Ercole e mi dice: Emanuela non è tornata a casa, mio padre era in montagna a Torano. Mio padre lascia tutto e scappa a Roma. Entrambi ci trasferiamo a casa di Emanuela. “Mio zio dormiva in camera con mio padre, vicino al telefono. Prendeva lui le chiamate perché mio padre come me era completamente perso. Da quel 22 giugno dice Pietro Orlandi non so cosa sarebbe accaduto se non ci fossero stati loro. Mio cugino Pietro per me è stata ed è ancora la persona più vicina”, ci ha tenuto a sottolineare Pietro Orlandi.

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