Un matrimonio da favola, una location esclusiva affacciata sul lago di Como, un rito civile curato in ogni dettaglio. Amici, parenti, genitori dello sposo emozionati. Tutto perfetto, almeno in apparenza. Perché quella celebrazione, come racconta Il Messaggero, era in realtà una messinscena: la sposa era già sposata e il compagno non ne sapeva nulla. A far crollare l’inganno è stato uno dei testimoni, l’unico tra gli invitati a notare che nella cerimonia c’era qualcosa che non tornava. Nei giorni successivi alle “nozze”, deciso a verificare che tutto fosse stato registrato regolarmente, si è rivolto all’ufficio anagrafe competente. Ed è lì che ha scoperto la verità: “Non risultano pubblicazioni, né atti di matrimonio”, gli hanno risposto gli impiegati. Una circostanza impossibile per una celebrazione civile legittima.
A quel punto l’ufficio comunale ha allertato i carabinieri, che hanno identificato la coppia e li hanno convocati per chiarire la situazione. È stato allora che lo sposo – residente come la compagna in provincia di Varese, professionista qualificato e ignaro di tutto – ha appreso ciò che nessuno avrebbe immaginato: la donna era già unita in matrimonio con un altro uomo. Non si trattava di un equivoco burocratico, ma di una vera e propria doppia vita.
Secondo la ricostruzione riportata da Il Messaggero, la donna non aveva mai rivelato al compagno la sua situazione matrimoniale, riuscendo a nasconderla fino al momento in cui la richiesta di sposarsi non le ha più permesso di sottrarsi. Da qui l’organizzazione di una finta cerimonia civile: celebrante non ufficiale, nessuna pubblicazione, nessun atto registrato. Solo un rito scenico, con tanto di invitati, location prestigiosa e simbolismi nuziali, per non confessare la verità. Ora la vicenda è nelle mani dei carabinieri, che stanno verificando i possibili reati legati alla simulazione di un matrimonio e all’inganno compiuto. Un’informativa verrà trasmessa alla Procura per stabilire eventuali responsabilità penali.