Sophie Kinsella, autrice della serie bestseller I love shopping, è morta a 55 anni dopo una battaglia di due anni contro un tumore maligno al cervello. L’annuncio è arrivato dalla famiglia con un messaggio diffuso sul profilo Instagram della scrittrice, all’anagrafe Madeleine Sophie Wickham, in cui i parenti parlano di un addio avvenuto “serenamente”, circondata da ciò che più amava: “la famiglia, la musica, il calore, il Natale e la gioia”. “Siamo addolorati nell’annunciare la scomparsa stamattina della nostra amata Sophie (alias Maddy, alias Mamma). È morta serenamente”, si legge nel post. “Non possiamo immaginare come sarà senza la sua luminosità e il suo amore per la vita”.
La famiglia ricorda anche la forza con cui Kinsella ha affrontato la malattia: “Nonostante la sua malattia, che ha portato con inimmaginabile coraggio, Sophie si considerava davvero fortunata ad avere una famiglia e amici così meravigliosi, e ad aver avuto lo straordinario successo della sua carriera di scrittrice. Non dava nulla per scontato ed è stata per sempre grata per l’amore che ha ricevuto. Ci mancherà tantissimo. I nostri cuori sono spezzati”.
Nata nel 1969, Sophie Kinsella avrebbe compiuto 56 anni il 12 dicembre. Con il suo vero nome, Madeleine Wickham, aveva pubblicato diversi romanzi rosa apprezzati dalla critica negli anni ’90. Ma il successo planetario arriva nel 2000 con “I love shopping“, primo titolo di una saga che diventerà un fenomeno globale, tradotto in più di 40 lingue e venduto in oltre 50 milioni di copie. Il personaggio di Becky Bloomwood — giornalista finanziaria con una dipendenza irrefrenabile per lo shopping — diventa una delle figure più amate della narrativa contemporanea, portata sul grande schermo nel 2009 con il film I love shopping. Kinsella ha firmato decine di romanzi, spesso caratterizzati da humour, leggerezza e un’attenzione profonda alle fragilità delle sue protagoniste, riuscendo a intercettare e raccontare le nevrosi quotidiane di una generazione di lettrici in cerca di evasione ma anche di autenticità.
Nel 2024 la scrittrice aveva rivelato pubblicamente di essere affetta da glioblastoma. Lo aveva fatto con parole sobrie e coraggiose, spiegando che continuava a scrivere “quando il corpo lo permetteva” e che la creatività restava un luogo di libertà e conforto. La famiglia, nel comunicare la morte, ritorna su quel coraggio: “Sophie non dava nulla per scontato. È stata per sempre grata per l’amore ricevuto”. È stata una delle pochissime autrici capaci di trasformare il chick lit in un genere mainstream e globale, influenzando un’intera generazione di scrittrici e lettori: ora, come scrive la famiglia, resteranno “la sua luminosità e il suo amore per la vita”. E una serie di libri che hanno segnato l’immaginario pop degli ultimi vent’anni.