Crime

Lascia sola la fidanzata a 3.798 metri, lei muore assiderata. Ora arriva l’accusa di omicidio colposo: gli errori cruciali commessi dall’uomo

I procuratori hanno condotto un’indagine durata 11 mesi, analizzando i telefoni della coppia, gli orologi sportivi, le fotografie della salita e commissionando anche una perizia indipendente a un esperto di alpinismo

di Redazione FqMagazine
Lascia sola la fidanzata a 3.798 metri, lei muore assiderata. Ora arriva l’accusa di omicidio colposo: gli errori cruciali commessi dall’uomo

Si trovavano a soli 50 metri della vetta del Grossglockner, in Austria. Thomas Plamberger e Kerstin Gurtner stavano scalando quando lei, a pochi passi dai 3.798 metri, si è senta male e ha cominciato ad accusare stanchezza e disorientamento com’è tipico nei malori in alta quota. I fatti risalgono allo scorso 19 gennaio quando – secondo la procura di Innsbruck – Plamberger decise di lasciare sola la fidanzata, intorno alle 2 del mattino, per provare a scendere al più vicino rifugio e trovare aiuto. Tornò sei ore dopo, trovando Gurtner, 33 anni, è morta congelata da sola sulla montagna. Le temperature erano di -8 °C con venti fino a 45 mph, che portavano la temperatura percepita a circa -20 °C.

I procuratori hanno condotto un’indagine durata 11 mesi, analizzando i telefoni della coppia, gli orologi sportivi, le fotografie della salita e commissionando anche una perizia indipendente a un esperto di alpinismo. Dopo nove mesi di indagini, Plamberg è stato formalmente accusato di omicidio colposo perché ci sono errori cruciali che avrebbe commesso e che, se evitati, avrennero salvato la fidanzata: dalla cattiva pianificazione dell’impresa, al mancato contatto con i soccorsi e la polizia. Plamberger ha negato ogni responsabilità. Il suo avvocato aveva già contestato parte della ricostruzione temporale fatta dalla procura, affermando che l’uomo avrebbe lasciato Gurtner “di comune accordo”.

Secondo la procura, la coppia era partita troppo tardi la mattina del 18 gennaio: due ore di ritardo che sembrano poche ma che, per raggiungere una vetta complessa come il Grossglockner, fanno molta differenza. La tempesta li avrebbe bloccati intorno alle 20:50 e i magistrati sostengono che Plamberger non abbia tentato di chiamare aiuto né di inviare segnali di emergenza a un elicottero della polizia che sorvolò la loro posizione alle 22:50. Non solo, l’uomo avrebbe ignorato le chiamate della polizia, prima di rispondere a un agente intorno alle 00:35 ma con una telefonata dal contenuto “poco chiaro”. Poi, Plamberger avrebbe messo il telefono in modalità silenziosa.

Sulle carte si legge: “Intorno alle 2 del mattino, l’imputato ha lasciato la fidanzata senza protezione, esausta, in ipotermia e disorientata a circa 50 metri dalla croce di vetta del Grossglockner. La donna è morta congelata. Dato che l’imputato, a differenza della fidanzata, era molto esperto di tour alpini ad alta quota e aveva pianificato l’escursione, doveva essere considerato la guida responsabile della salita”. Non solo, sempre secondo la poliziam Plamberger avrebbe permesso alla fidanzata di affrontare la salita con uno splitboard — uno snowboard divisibile in due parti da usare come sci — e con morbidi scarponi da snowboard, attrezzatura ritenuta inadatta al percorso invernale d’alta quota. Avrebbe inoltre omesso di spostarla in una zona riparata dal vento o di lasciarle il sacco da bivacco o le coperte termiche in alluminio, prima di allontanarsi.

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