Luchè, un vero e proprio punto di riferimento per la nostra scena rap - 2/7
“Ci son tante persone che soffrono di depressione. Il grilletto della pistola puntata alla mia tempia avrebbe potuto risolvere tutto. Le persone che hanno bisogno di aiuto a volte non hanno il coraggio di parlare”, aveva detto Luchè durante il suo live all’Unipol Forum di Assago (Milano) dello scorso 15 settembre. Il rapper napoletano, Luca Imprudente all’anagrafe, è nato a Napoli nel 1981 ed ha iniziato la sua carriera musicale assieme al collettivo Co’Sang. Luchè, sia all’interno dei suoi brani che nelle interviste, ha sempre parlato, senza filtri, di depressione, del suo difficile passato e delle luci ed ombre della città partenopea.
“Ho visto il mio primo omicidio a nove anni e non ho provato niente. Anzi, forse attrazione”. “Una dinamica di quartiere”, l’aveva definita l’artista al One More Time Podcast. E su Napoli: “In un’intervista avevo detto che Napoli è una città pericolosa e, in quel momento, si diceva solamente che Napoli fosse perfetta (…). Ma non possiamo dire ancora che Napoli non abbia le difficoltà di un tempo. Non starò mai zitto e, se uno mente a sé stesso e l’altro gli dice la verità, è ovvio che si rimane ‘offesi’. Dobbiamo sottolineare le qualità di Napoli ma anche denunciare dove possiamo fare meglio. Solo così la città potrà crescere veramente”, ci aveva raccontato in occasione dell’uscita del suo ultimo disco, “Il mio lato peggiore” (platino).
“L1” è il primo album solista di Luchè che, negli anni, è diventato un vero e proprio punto di riferimento per la nostra scena rap. Nel 2016 è uscito il terzo progetto discografico, “Malammore” e, nel 2018, ecco il botto. Tripla certificazione di platino con l’album “Potere”. Il rapper si è anche reso protagonista di un dissing con il collega Salmo, nell’estate del 2023. I due se le sono dette, in strofe, di santa ragione. “Che razza di uomo dissa le bambine che lo ascoltano. Da che eri al centro del mondo adesso ti abbandonano (…). Ok, fra’, ti svelo un segreto sull’amore. Ti servono le donne, fra’, non ti basta l’autore”, rappa Luchè in “Estate dimmerda 2”. E, per rimanere in tema Sanremo, sempre nella stessa traccia prosegue Luchè, sempre diretto a Salmo: “Che imbarazzo quel tuffo nella piscina di Sanremo. Sei un italiano medio”.
È la prima volta di Luchè a Sanremo? Come concorrente sì ma, nel 2024, anno della vittoria di Angelina Mango, era presente durante la serata cover, esibendosi al fianco di Geolier, Guè e Gigi D’Alessio. La musica dell’artista partenopeo, dall’essere prevalentemente rappata in dialetto, è diventata mainstream. Tocca ora al grande passo: il teatro Ariston. Intanto, sul proprio profilo Instagram, l’artista ha condiviso un post mentre fa il dito medio. Didascalia? “Ci vediamo a Sanremo”. Luchè è già carico.