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“I genitori sono quelli che ti rompono i cogli**ni, ma sono anche due persone che si amano. Ho trovato 500 lettere di mio padre per mia madre”: Paolo Kessisoglu commosso

L'attore ha ritrovato, mentre riordinava casa dopo la morte della madre Graziella e del padre Pietro a soli sei mesi di distanza, un sacco con 500 lettere d'amore

di Redazione FqMagazine
“I genitori sono quelli che ti rompono i cogli**ni, ma sono anche due persone che si amano. Ho trovato 500 lettere di mio padre per mia madre”: Paolo Kessisoglu commosso

Paolo Kessisoglu è stato ospite di del podcast BSMT di Gianluca Gazzoli per raccontare anche aspetti inediti del suo privato. Tra alcuni aneddoti quello riguardate i suoi genitori. L’attore ha ritrovato, mentre riordinava casa dopo la morte della madre Graziella e del padre Pietro a soli sei mesi di distanza, un sacco con 500 lettere d’amore.

“Mio padre le aveva scritte tutte mentre faceva il servizio militare. – ha detto – Si era fidanzato con mia madre abbastanza da poco. Ho scoperto che i miei genitori si amavano tantissimo. I genitori sono qualcosa oltre l’amarsi, sono il loro ruolo. Ti devono educare, sono quelli che ti dicono i no, sono quelli che ti rompono i cogl**ni. Ma sono due persone che si amano. Non ci pensi mai, ma sono persone che hanno sentimenti, che si sono amate, che hanno fatto le cose che quando ti innamori pensi di aver fatto solo tu. Quandi pensi a loro, pensi a due persone che sono nate per fare i genitori. E invece non è così. Quando non ci sono più, li rivaluti. Perché finalmente la bilancia mette il giusto peso. Non sono più i tuoi genitori, ma sono una cosa che finalmente ti fa mettere in fila tutto quello che erano anche prima”.

Già nel 2023 l’attore aveva speso delle parole molto affettuose nei confronti di entrambi i genitori con un lungo post su Instagram: “A pochi mesi l’uno dall’altro mi hanno salutato. Ho passato più o meno 150 giorni a smaltire e catalogare (grazie di avermi donato una sorella con cui condividere l’esperienza) tutto quello che c’era, tutto ciò che rimaneva di una vita, anzi due”.

E ancora: “Succedono cose strane quando dietro di te non hai più un muro dove appoggiarti. Mi sono accorto che la mia attenzione in corso d’opera andava maggiormente a foto e documenti che riguardavano la loro vita di persone, non di genitori. Ho trovato centinaia di lettere d’amore inviate dalla caserma dove papà faceva il servizio di leva (perdonami papà se non ho resistito dal leggerne qualche stralcio), fotografie da fidanzati, documentazioni di viaggi”.

“Ho scoperto un lato sconosciuto, infinite dolcezze, sogni sconosciuti, – ha affermato – passioni che il tempo ed il ruolo di educatori avevano sfumato. Ho sentito rifiorire in me una stima rinnovata e un immenso senso di gratitudine a coloro che mi hanno dato una vita e fornito un esempio. A me figlio, ruolo che ahimè non posso più esercitare, dico che mi sarebbe piaciuto tanto conoscere molto di più di quelle due persone, dei loro sogni, aspettative, rinunce e passioni che forse non ho mai colto. A chiunque, che figlio può ancora essere, dico di non dimenticarsi che i genitori sono prima di tutto uomini”.

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