Una caccia all’assassino durata quasi quarant’anni. Poi il match di un DNA parziale trovato sul corpo di una delle vittime. E, infine, le confessioni di un serial killer che riaprono uno dei casi più controversi della giustizia francese. Il protagonista della vicenda è Jacques Rançon. In Francia lo conoscono come il “Mostro della stazione di Perpignan”, perché è lì che l’uomo, negli anni Novanta, aggrediva, stuprava, uccideva e infine mutilava la maggior parte delle sue vittime. Tutte donne, giovani e belle, poco più che ventenni. Non descriverà mai le atrocità commesse come stupri, racconta solo di “voler fare l’amore con loro”, negando quella che il pubblico ministero Anne-Laure Sandretto definisce “una sessualità violenta”.
Rançon comincia a uccidere nel 1986, a 26 anni. Continuerà poi negli anni Novanta con altri due omicidi accertati e almeno dieci violenze sessuali. Prima della condanna all’ergastolo nel 2018, era già stato arrestato altre volte. Mai, però, per gli omicidi che aveva commesso. La svolta arriva per caso. Quasi 40 anni dopo il primo omicidio, gli investigatori riescono a ricostruire il mosaico e a chiudere la vicenda degli omicidi di Amiens e Perpignan. Questa storia, insieme a quella delle giovani vittime, ha ispirato “Lost Station Girls: il mostro della stazione”, la serie disponibile su Disney+.
(Foto dal video 48 heures : Jacques Rançon)