Televisione

“Il mio appuntamento al buio? È andato bene, siamo stati insieme tanti anni”: così Fabio Caressa. Benedetta Parodi: “Io l’avrei fatto ma senza fini matrimoniali”. Ecco “L’amore è cieco Italia” dall’America a Netflix

La coppia alla guida del format Netflix a FqMagazine: "I concorrenti si incontrano senza vedersi e poi c'è la proposta di matrimonio"

di Andrea Conti

Una delle coppie più durature dello showbusiness italiano al timone de “L’amore è cieco: Italia”, l’adattamento italiano della serie di successo “Love Is Blind”, prodotto da Banijay Italia, disponibile su Netflix a partire dall’1 dicembre. Benedetta Parodi e Fabio Caressa racconteranno i protagonisti del dating show in dieci episodi. Abbiamo incontrato i conduttori per qualche anticipazione su quello che si vedrà sulla piattaforma.

“La prima fase è quella più iconica, – ha affermato Benedetta Parodi a FqMagazine -. Dodici ragazzi e dodici ragazze si incontrano in queste capsule separate un divisorio, uno specchio. Quindi non si possono vedere e incominciano a dialogare, scegliersi, preferirsi creando man mano delle coppie, fino al punto in cui il ragazzo chiede a una delle ragazze che
lo ha colpito di diventare sua moglie. Quindi scatta la proposta di matrimonio. Quando poi le coppie escono da queste capsule finalmente si incontrano e qui c ‘è il momento clou. Lì l’amore è cieco. Da lì le coppie volano in luna di miele perché non sono ancora sposati, però c’è un po’ il sapore dell’incontrarsi e conoscersi a 360 gradi e magari avere anche dei rapporti intimi se vogliono, perché l’amore sbocci. Qui entrano in gioco anche gli ‘scarti’ della prima ora ed è lì che possono scattare i colpi di scena”.

Fabio Caressa interviene: “Perché la cosa divertente delle capsule è che magari uno ha più di un incontro o deve scegliere alla fine tra due persone che lo intrigano allo stesso modo”. Benedetta Parodi aggiunge: “E poi quando poi vede l’altra persona dice magari ‘mannaggia, ho sbagliato!’“.

“Nella terza fase Terza fase – spiega Fabio Caressa – c’è la convivenza, la conoscenza dei genitori, la restituzione dei telefonini e quindi tornano nella quotidianità. Questa è la fase in cui poi l’amore ideale viene a confronto con la vita reale e
quindi si creano delle dinamiche, secondo me, molto belle molto interessanti, molto vere. Poi c’è questa cosa bellissima, lo dico da telespettatore, che si inizia a fare il tifo per la coppia perché superino la difficoltà”. Infine come specifica la Parodi: “Tutto il programma tende a questo momento in cui lo sposo e la sposa si incontrano sull’altare e alla domanda fatidica vuoi sposarmi? Sì o no? Lo si scopre solo in quel momento”.

Cosa vi ha colpito delle dinamiche di coppie accese durante il programma?
Fabio Caressa: C’è una gran voglia di certezze, c’è bisogno proprio di approdi sicuri, di sicurezza, di un porto in base al quale potersi muovere per costruire il futuro. C’è grande incertezza nel futuro e quindi servono delle certezze per riuscire
a costruire proprio futuro. Poi si è disposti anche con coraggio a investire in una cosa, comunque, fuori un po’ dagli schemi come questo tipo di incontro.
Benedetta Parodi: Sì, uscire anche un po’ da questi schemi dettati molto dall’apparenza, soprattutto in questa nostra società, dove poi con i telefonini è sempre tutto anche un po’ falso, un po’ filtrato. Quindi ho notato in queste persone un po’ un disamore nei confronti di questo stile, di questo modo di approcciarsi anche all’altro sesso. C’è quindi un desiderio di fare una cosa totalmente nuova per vedere se questa strada poi porta a un risultato diverso.

Le generazioni di 20enni hanno un linguaggio diverso? Si dice che abbiano problemi di comunicazione e che si chiudano nel lo mondo…
Fabio Caressa: Trovo che questa sia una generazione di cui parlano molte persone che non la conoscono. Abbiamo due figli ai vent ‘anni e uno di sedici. È una generazione che sicuramente è stata impattata dal Covid e questo è stato un altro problema. Durante il Covid si parlava di tutto, meno che dei ragazzi, perché è vero che sono tanto connessi, ma si vedono tantissimo con gli amici, escono… I social così come i telefonini per loro sono uno strumento di comunicazione che loro, in maniera spesso assolutamente matura, utilizzano. Poi attenzione, c’è il problema che vige una cultura dell’immagine perfetta e non raggiungibile. In ecco ci sono le crisi economiche, le guerra. Insomma i ragazzi di oggi sono molto legati al presente. Però io nella generazione dei ventenni credo e ho un grande rispetto per loro.

A 20 anni avreste partecipato ad un appuntamento al buio?
Benedetta Parodi: Se lo scopo fosse stato un matrimonio, allora forse no. Però l’appuntamento al buio in generale,
perché no, è divertente, anzi!
Fabio Caressa: Io l’ho fatto a 25 anni ed è andata molto bene. Ci siamo visti al ristorante e poi siamo stati assieme per tanti anni.

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