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Mamma pianta un girasole sul campo da basket dove è morto il figlio, ma viene strappato via. Il colpevole si difende: “Se tutti mettessero un fiore per ogni morto, Milano sarebbe una pattumiera”

La mamma del ragazzo, scomparso a 15 anni proprio sul campo da basket di un quartiere di Milano a causa di un arresto cardiaco

di F. Q.
Mamma pianta un girasole sul campo da basket dove è morto il figlio, ma viene strappato via. Il colpevole si difende: “Se tutti mettessero un fiore per ogni morto, Milano sarebbe una pattumiera”

“Non strapparmi, non mi sono più rialzato dopo essere caduto su questo campo”. Il bigliettino trovato a Milano attaccato a un girasole racconta la storia di una famiglia. Una famiglia che ha sofferto la perdita prematura di un figlio, ma che ha deciso di ricordarlo con un gesto semplice e significativo. La mamma del ragazzo, scomparso a 15 anni proprio sul campo da basket di un quartiere di Milano a causa di un arresto cardiaco, ormai da anni mette un girasole sulla ringhiera del cortile, che puntualmente le viene potato. Ogni volta che il girasole viene abbattuto, la mamma imperterrita ne riposiziona uno nuovo.

Di recente però, dopo l’ennesima potatura, la donna ha voluto anche lasciare un messaggio in cui spiega il significato del gesto: “Non strapparmi. Non mi sono più rialzato dopo essere caduto su questo campo. Questo girasole mi ricorda. Grazie, Alessandro (il nome del 15enne, ndr)”. Da otto anni questa madre riposiziona quel girasole, l’ultima volta però, proprio su quel bigliettino è arrivata la risposta del potatore seriale: “Se tutti mettessero un fiore per ogni morto, Milano sarebbe una pattumiera”. La frase è arrivata così, secca e brutale.

Il fatto riportato dal Corriere della Sera, raccontato da una donna del quartiere, è stato oggetto di dibattito.

Lei stessa ha commentato: “Sono indignata davanti a un gesto di scarsa umanità nei confronti di una mamma che ha perso il suo unico figlio a 15 anni“- e ha aggiunto – Un fiore non può essere considerato pattumiera ancor più se rappresenta la memoria di un tragico avvenimento che ha scosso il nostro quartiere”.

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