Cinema

“Johnny Depp sarebbe perfetto per il ruolo di Lucifero, la sua vita ne è la dimostrazione”: la stoccata di Terry Gilliam al Torino Film Festival

L'85enne regista commenta il progetto mai realizzato con l'attore e critica il politicamente corretto nel cinema contemporaneo

di Davide Turrini
“Johnny Depp sarebbe perfetto per il ruolo di Lucifero, la sua vita ne è la dimostrazione”: la stoccata di Terry Gilliam al Torino Film Festival

Johnny Depp sarebbe perfetto per il ruolo di Lucifero, la sua vita ne è la dimostrazione”. La cartolina dall’inferno, pardon dal Torino Film Festival 2025, la firma Terry Gilliam. L’85enne regista britannico è giunto sotto la Mole per accompagnare Paura e delirio a Las Vegas. E se nel 1998 con Depp era andata (abbastanza) bene, per il tanto sbandierato progetto mai partito – Carnival at the End of Days – Gilliam con Depp i ultimamente ha avuto parecchi problemi. “Chiedete agli avvocati di Johnny Depp perché non giriamo”, è stato lapidario Gilliam. Il film che forse mai si farà- di progetti naufragati e di film sfortunati Gilliam ne ha diversi in carriera- si basa sulla storia di un Demonio che vuole salvare l’uomo per non dover scomparire, mentre Dio sarebbe ai ferri corti con gli umani che gli hanno cancellato il Paradiso terrestre. Forse anche per questo il paragone mefistofelico a Gilliam viene con naturalezza: Depp il demonio e lui Dio (“mi ritaglierò questo ruolo, me lo merito”).

Gilliam ha ricordato diversi momenti della sua lunga carriera da quando era nei Monthy Python ai più recenti Tideland e Parnassus, quando ancora la
sua creatività era legata all’artigianalità ancora non completamente digitalizzata: “I miei film passati continuano comunque a essere visti e stampati in dvd. Quando scopro che i film girati oggi vengono rivisti dell’intelligenza artificiale e gli algoritmi che scelgono i target di riferimento. Pura follia. Il cinema è nato per per stupire, non per trasformarsi in un prodotto di McDonald’s”. Su come i i tempi cambiano, e non necessariamente in meglio, Gilliam – ovvero uno dei dissacranti Monthy Python – si è espresso sul politicamente corretto: “In nome del politicamente corretto abbiamo perso il coraggio della fantasia, e dell’ironia: così il cinema non andrà più da nessuna parte, i film che escono sono tutti omologati”. il regista di L’ esercito delle 12 scimmie ha poi concluso ricordando quando la BBC aveva dichiarato che oggi i Monty Python non potrebbero più esistere perché sono tutti maschi, e bianchi: “Mi ero autodefinito come una lesbica nera di nome Loretta, pure in fase di transizione: i quotidiani inglesi mi hanno massacrato”.

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