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“Ha preparato 15 pacchetti con lettere e regali di Natale fino ai 18 anni di suo nipote Gabriele”: il gesto d’amore di Eleonora Giorgi prima di morire

Clizia Incorvaia, nuora dell'attrice, svela a "Storie al bivio" il suo ultimo pensiero: "Ancora oggi lui mi chiede di mandare baci a nonna Ele che è in cielo"

di F. Q.
“Ha preparato 15 pacchetti con lettere e regali di Natale fino ai 18 anni di suo nipote Gabriele”: il gesto d’amore di Eleonora Giorgi prima di morire

“Prima di morire ha preparato per mio figlio Gabriele 15 pacchetti e altrettante lettere da mettere sotto l’albero ogni Natale del bimbo fino ai suoi 18 anni”. Proprio come nel film “18 regali”, anche Eleonora Giorgi ha organizzato tutto in modo da far trovare ogni anno un suo pensiero al nipote Gabriele. L’attrice, scomparsa a 71 anni per un tumore al pancreas, ha voluto sfidare la morte per assicurare la sua presenza al nipote Gabriele, figlio di Paolo Ciavarro e Clizia Incorvaia. È stata proprio lei, ospite oggi nel salotto di Monica Setta a “Storie al bivio” su Rai 2, a confidare i dettagli del suo piano.

Il legame tra Eleonora Giorgi e il nipote Gabriele, nato nel febbraio 2022, era fortissimo ed è stata l’ultima luce nella sua battaglia contro la malattia. L’attrice, che aveva raccontato il suo calvario per incoraggiare a “vivere senza sprecare il nostro tempo dietro gelosie, ansie inutili e frustrazioni”, aveva un unico desiderio: che, crescendo, non si dimenticasse mai di lei. “Amava suo nipote immensamente”, ha raccontato Clizia. Il risultato di quell’amore è un’eredità intoccabile: una serie di regali e messaggi postumi, pianificati con lucidità, che accompagneranno il piccolo da qui fino alla maggiore età. Ancora oggi, ha aggiunto la nuora, il bambino non ha dimenticato la nonna: “Lui mi chiede di mandare baci a nonna Ele che è in cielo”.

Clizia Incorvaia ha anche rivelato le circostanze della morte di Eleonora Giorgi, avvenuta in una clinica romana dove l’attrice era ricoverata per la terapia del dolore. La nuora, che Eleonora chiamava affettuosamente “nuvola rosa”, si trovava in clinica con il bambino al momento dell’addio: “Sarei potuta restare nella sua stanza”, ha confessato, “ma sono uscita per lasciare che fossero le mani dei suoi figli Andrea e Paolo a stringere le sue nel momento dell’addio. L’ho amata tantissimo e ho voluto rispettare l’intimità dei figli in un momento così delicato”.

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