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Morte le gemelle Kessler, avevano richiesto il suicidio assistito: “Vogliamo essere messe assieme nella stessa urna”. La loro eredità a Medici senza frontiere

Le due ballerine, inseparabili, hanno fatto la storia della tv italiana

di F. Q.
Morte le gemelle Kessler, avevano richiesto il suicidio assistito: “Vogliamo essere messe assieme nella stessa urna”. La loro eredità a Medici senza frontiere

Lutto nel mondo dello spettacolo. Sono morte a 89 anni le gemelle Alice e Ellen Kessler. Le due artiste sono decedute insieme, lo stesso giorno, nella loro abitazione di Grünwald, vicino a Monaco di Baviera. Avevano richiesto il suicidio assistito e avevano scelto la data della morte. La notizia, prima rilanciata dai media tedeschi, è stata successivamente confermata dalla più antica e grande organizzazione tedesca per i diritti civili e la tutela dei pazienti. “La data del 17 novembre era stata scelta dalle due sorelle stesse”, ha dichiarato Wega Wetzel, portavoce della Deutsche Gesellschaft für Humanes Sterben (Dghs), a cui le gemelle si erano rivolte per avviare la procedura di suicidio assistito.

La notizia non è confermata dalle forze dell’ordine: è stata aperta un’inchiesta ma la polizia ha fatto sapere che è stata esclusa l’ipotesi di omicidio e la responsabilità di terze persone. Inseparabili nella vita e unite anche nella morte, le Kessler poco tempo fa avevano manifestato il desiderio di essere sepolte insieme, in un’unica urna, accanto alle ceneri della madre Elsa e del cane Yello. “È ciò che abbiamo stabilito nel nostro testamento”, aveva dichiarato Ellen in un’intervista rilasciata al quotidiano Bild nell’aprile del 2024. La loro eredità dovrebbe andare a Medici Senza Frontiere. Erano state loro stesse ad anticiparlo in alcune interviste: “Non abbiamo più parenti e se li abbiamo non li conosciamo. Abbiamo scelto loro perché rischiano la vita per gli altri, hanno preso il Nobel per la Pace e sono seri”, spiegavano parlando della volontà di lasciare i loro beni a Msf.

Una pattuglia della della polizia si è recata presso la residenza delle famose gemelle intorno alle 12 di oggi, lunedì 17 novembre: ma gli agenti della squadra speciale K12 hanno potuto solo constatare il decesso delle sorelle ed escludere qualsiasi responsabilità di terzi. In Germania, la “morte assistita” è consentita a determinate condizioni: la persona deve, tra le altre cose, “agire in modo autonomo e di propria spontanea volontà”, autosomministrandosi il farmaco letale, oltre ad essere maggiorenne e avere capacità giuridica. L’assistenza non può eseguire l’atto letale: questa sarebbe “eutanasia attiva”, che è invece vietata.

Nate il 20 agosto 1936 a Nerchau, in Sassonia, le due sorelle, famose anche in Italia come cantanti, ballerine, attrici e intrattenitrici, erano note anche come le “gambe della nazione”, grazie alla loro iconica presenza scenica, resa celebre già nel 1959. In Italia ebbero enorme notorietà a partire dagli Anni 60 grazie alla partecipazione ai più grandi varietà televisivi dell’epoca. Con le canzoni come “Da-da-un-pa”, “Pollo e champagne” e “La notte è piccola” e con il fisico slanciato le biondissime sorelle hanno conquistato una popolarità straordinaria nei più noti programmi televisivi della Rai in bianco e nero. Le loro gambe lunghe e affusolate sono entrate nell’immaginario collettivo stravolgendo la storia della tv, cantando e ballando negli show del sabato sera come “Giardino d’invermo”, “Studio Uno” e “Canzonissima”.

Sul grande schermo appaiono nei film “Gli invasori” (1961) di Mario Bava (1961), “Rocco e le sorelle” (1961) di Giorgio Simonelli, “Sodoma e Gomorra” (1962) di Robert Aldrich, “Canzoni, bulli e pupe” (1964) di Carlo Infascelli, “Il giovedì” (1964) di Dino Risi, accanto ad Alberto Sordi. Nel 1963 appaiono sulla copertina della rivista “Life” e esordiscono nel teatro impegnato di Bertolt Brecht.

Cos’è il suicidio assistito

Il suicidio assistito è una procedura in base alla quale un terzo, in alcuni casi un medico, prescrive o fornisce a una persona un farmaco in grado di provocarne la morte, farmaco che il soggetto assume in maniera autonoma. Il medico dunque arriva fino alla prescrizione o alla fornitura del farmaco, ma non interviene direttamente nel provocare la morte della persona, la quale decide quindi in piena libertà quando morire.

Il suicidio assistito è attualmente consentito in alcuni Paesi, secondo diversi paradigmi normativi: un modello oggettivo, che dispone la necessaria qualificazione calcolata in mesi/anni dello stato patologico come terminale (alcuni Stati degli USA, Stato di Vittoria in Australia), e un modello soggettivo, che dispone una condizione di sofferenza determinata dallo stato patologico, senza prospettive di miglioramento e percepita dalla persona come insopportabile (Olanda e Svizzera). Belgio, Lussemburgo e Canada, ove il suicidio assistito non è consentito tout court, contemplano invece un ampio spettro di esperienze intermedie. (dal sito Federazione Cure Palliative)

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