Un mappamondo e un palco. E poi mille idee vulcaniche con il comune denominatore che è la musica. Lorenzo Jovanotti, in gran forma, ha presentato a Roma diversi suoi progetti per festeggiare al meglio il prossimo anno i suoi primi 60 anni. In programma un nuovo disco, di 13 pezzi, suonato in presa diretta a New York, “Niuiorcherubini”, in uscita il 20 novembre. L’album è “nato in soli sei giorni di jam session a New York, nell’ottobre 2025, registrato in presa diretta su nastro analogico, senza sovraincisioni e senza correzioni”. E poi nel 2026 un doppio progetto live “L’Arca di Lorè” che lo porterà in giro per il mondo “in posti in cui non ho mai suonato” (fra le prime tappe Brisbane, Adelaide, Kinshasa, Pula, Monaco) e poi lo sbarco nel Sud d’Italia con “L’Arca di Lorè – Jova Summer Party “ per poi approdare al Circo Massimo il 12 settembre 2026 per il gran finale.
Gli spostamenti tra una tappa e l’altra del Sud per Lorenzo e per chi si unirà a lui (le sorprese non mancheranno) saranno in bici. È il “Jovagiro” la versione contemporanea e sostenibile del Cantagiro degli Anni 60, “che mi ha sempre affascinato, allora il mezzo supercool era la decappottabile, oggi è la bicicletta”. Il calendario del tour italiano prevede tappe a Olbia (7 agosto – Arena sound Park), Montesilvano (12 agosto – Music Arena), Barletta (17 agosto – Music Arena), Catanzaro (22 agosto – Calabria Music Arena), Palermo (29 agosto – Ippodromo La Favorita) e Napoli (5 settembre – Ippodromo di Agnano).
La speranza si coltiva con la musica
“Viviamo in un periodo di catastrofe incombente – ha esordito Jovanotti -, abbiamo la sensazione che crollano le cose che credevamo di conoscere. C’è un tangibile e tacito sconforto, oltre che paura, dentro la nuvola del marketing della depressione. La mia generazione è cresciuta con l’idea del progresso fatta di miglioramenti. Pensavamo che avremmo avuto più democrazie, più salute, le frontiere aperte, più curiosità e aperture mentali, più allegria, scambio di idee e opinioni, più qualità della vita e più benessere. Molte di queste cose sono avvenute insieme però alla sensazione di ansia e paura generale per le incomprensioni, gli estremismi, la santa inquisizione dei social network… Ho deciso di reagire, secondo il mio carattere e modo di vedere le cose. Quando parlo di speranza e gioia non vuol dire negare l’evidenza del tragico attraversare dei tempi e la crisi, ma vuol dire mettere in campo l’energia. Il compito degli artisti per coltivare la speranza è fare musica”.
Nell’Arca decideremo cosa portare nel futuro
“Ho deciso di intraprendere un viaggio fino a settembre del prossimo anno quando compirò 60 anni e tutto quello che accadrà, accadrà sull’Arca di Lorè un viaggio che è anche un gioco. Avevo bisogno di questa idea dell’Arca per decidere cosa portare di me e di quelli che saliranno sopra, nel futuro e cosa salvare. La prima cosa che voglio salvare, è evidente, è la musica, il ritmo. Mi piace portare tutto questo dappertutto e voglio portarlo, dove non è mai arrivato, dove non mi conoscono. Da febbraio/marzo fino a luglio andremo a suonare la mia musica ovunque con la mia band, che sarà ancora più ricca coi fiati, percussioni, musicisti fantastici. Alla fine del tour in genere non ne posso più, ma stavolta avevo voglia di sentirli e chiamarli. Poi il ritorno in Italia nel Sud dell’Italia”.
Non volevo ripetere Beach Party, ma una festa sui prati
“Perché non il Beach Party? Alla fine del tour ci siamo riuniti per capire se volevamo rifarlo. Sentivo che sarebbe stata una ripetizione del format e a me non piace ripetere i format, mi piace andare a cercare altro. E poi sarebbe stata una terza volta. Il Jova Beach ha favorito l’abbattimento delle emissioni, la bonifica delle spiagge, c’è stata una cura reale. Poi ci sono state le notizie false sull’inquinamento e che mi hanno ferito perché non c’era alcun motivo né fondamento, tanto che su 16 cause che abbiamo avuto nessuno ha passato l’esame giudiziario. Abbiamo abbandonate le spiagge perché andremo in luoghi periferici, sempre dimenticati dai circuiti musicali e spero che diventeranno spazi per la musica. Il Sud è bellissimo l’Italia delle vacanze è una risorsa fondamentale. Faremo una festa sui prati apriremo le porte nel primo pomeriggio. Io sarò sempre il direttore del circo, farò Jovanotti perché sono Jovanotti (ride, ndr) avremo tanti artisti internazionali e musicisti. Avremo delle line up eccezionali e ma ci saranno anche tanti divertimenti dentro il villaggio, cibo locale e tanto altro. Sarà un bel viaggio.
Tornare a Sanremo? Solo con Fiorello
“Ogni volta che vado a Sanremo me la godo ma quest’anno non ci sarò. Non è tra i miei obiettivi e non so se alla mia portata. Io direttore artistico? Se un giorno Fiorello torna a Sanremo e mi vuole, io ci vado. Ma lo dico solo perché lui ha già detto che non tornerà. Ma mai dire mai. Intanto Sanremo lo guarderò come tutti gli anni. Faccio un grande in bocca al lupo a Carlo Conti e a tutti gli artisti che parteciperanno”.