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Zohran Mamdani era un rapper che denunciava le disuguaglianze sociali e la discriminazione verso i neri: il passato musicale del sindaco di New York

Prima di diventare attivista, scendere in politica e riuscire a conquistare la fiducia di migliaia di persone, portandone alle urne così tante come non si vedeva dal 1969, è stato un piccolo "caso" musicale in America

di Gabriele Scorsonelli
Zohran Mamdani era un rapper che denunciava le disuguaglianze sociali e la discriminazione verso i neri: il passato musicale del sindaco di New York

Da aspirante rapper a sindaco di New York. Qualche anno fa, in un articolo del New York Times, Zohran Mamdani veniva definito “un giovane rapper del Queens che si fa chiamare Mr. Cardamom“. Adesso, ha sbaragliato la concorrenza alle elezioni della Grande Mela, ottenendo circa il 50% dei voti. Ma prima di diventare attivista, scendere in politica e riuscire a conquistare la fiducia di migliaia di persone, portandone alle urne così tante come non si vedeva dal 1969, è stato un piccolo “caso” musicale in America.

Tutto parte dalla scuole superiori

Nato in Uganda dalla regista Mira Nair e dall’accademico indiano Mahmood Mamdani, a sette anni si è trasferito a New York, crescendo nel quartiere di Morningsigh Heights. E si sa, gli Stati Uniti sono la culla della cultura hip-hop. Lì, Mamdani jr se ne è innamorato e durante la scuole superiori ha cominciato a scrivere rime e partecipare alle gare di freestyle. Ha debuttato con il brano “Kanda (Chap Chap)”, scritto insieme al collega MC Abdul Bar Hussein (HAB), con lo scopo di denunciare con ironia le credenze stereotipate degli occidentali nei confronti dei neri e delle comunità africane. Poi nel 2016, sempre in collaborazione con HAB, ha pubblicato il suo primo EP “Sidda Mukyaalo”. Tradotto: “Non si ritorna al villaggio”. Un po’ il manifesto del suo pensiero. Sei tracce e ventitré minuti in cui, mescolando inglese e idiomi ugandesi come il nubi, il luganda e lo swahili, raccontava le disuguaglianze sociali di New York e il modo americano semplicistico di descrivere l’Africa. Un mezzo, per un “rapper di serie B” (come si è definito in un vecchio tweet) di “usare l’umorismo e la destrezza linguistica per creare prodotti culturali che, con toni allegri, celebrano la vita dei poveri degli oppressi”, ha sottolineato la giornalista Annie Levin nel 2020 su The Indipendent.

“Nani”, il singolo dedicato alla nonna materna

La canzone più ascoltata dell’EP “Askari”, come ha spiegato lo stesso Mamdani, gioca sulla “persistente ossessione e valorizzazione della bianchezza delle società post-coloniali”. Il protagonista è una guardia giurata disponibile ad aprire un cancello con i bianchi e restio invece a farlo con i neri. Uno dei brani più di successo di Mr.Cardamom è stato invece “Nani” (oltre 165.000 streaming su Spotify), pubblicato in ricordo della nonna materna Praveen Nair, assistente sociale e presidente di Salaam Balaak Trust, un’associazione no profit indiana che si occupa di diritti dell’infanzia. Al tempo, il singolo ha avuto un buon riscontro di pubblico e destato anche la curiosità di media e addetti ai lavori. Un rapper semisconosciuto era riuscito infatti a coinvolgere nel videoclip ufficiale Madhur Jaffrey, celebre attrice e giornalista gastronomica allora 85enne. Durante la sua carriera artistica, inoltre, Mamdani ha anche lavorato per il grande schermo, curando parte della colonna sonora del film “Queen of Katwe”, diretto della madre e incentrato sulla vita della scacchista ugandese Phiona Mutesi.

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