Moda e Stile

“Abbiamo il diritto di comprare a poco prezzo, qui prendo a 4 euro dei pantaloni che altrove ne costano 25”: file chilometriche fuori dal primo negozio di Shein a Parigi

Il colosso del fast fashion arriva (tra le polemiche) nella città della moda. Acquirenti in coda mentre dall'altra parte della strada manifestanti protestano contro il marchio cinese

di F. Q.

Decine di persone in coda e una ressa folle mentre dall’altra parte della strada alcuni manifestanti organizzavano una protesta contro il fast fashion. L’apertura del primo negozio fisico di Shein, leader dei vestiti low cost made in China, a Parigi, è destinata a far discutere. Il mega negozio è stato aperto nei grandi magazzini BHV, nel cuore del quartiere centrale di Marais, nello stesso giorno in cui il governo francese ha detto di voler bloccare il sito di fast fashion dopo le polemiche per la vendita di bambole gonfiabili dalle sembianze infantili.

Nonostante le polemiche quindi, con tanto di presidio di protesta contro l’abbigliamento low cost, accusato di essere poco etico e sostenibile, decine di acquirenti si sono messi in coda per provare ad accaparrarsi qualche capo a basso costo. “Ho 200 euro al mese da spendere in vestiti. Con quella cifra posso comprare 50 magliette da Shein oppure tre magliette prodotte in Francia”, ha detto una cliente parlando con i giornalisti, come riporta il Guardian. Mentre un’altra ha spiegato: “Ci dicono che dovremmo comprare ‘made in France’, ma dov’è la prova che le cose che costano il doppio negli altri negozi siano prodotte in Francia? So esattamente cosa voglio: un paio di pantaloncini che costano 4 euro e che altrove mi costerebbero 25 euro”.

Insomma le persone in coda non si sono lasciate scoraggiare, anzi. La protesta dall’altra parte della strada, intanto, ha cercato di risvegliare le coscienze con attiviste che si sono anche spogliate scrivendo sul proprio corpo slogan contro il colosso del fast fashion.

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