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“È inaccettabile che un animale sequestrato per maltrattamenti continui a soffrire”: la cagnolina Nina è stata riconsegnata ai suoi carnefici

La vicenda della cagnolina di Gorizia sequestrata per maltrattamenti e poi restituita al proprietario diventa un caso politico

di F. Q.
“È inaccettabile che un animale sequestrato per maltrattamenti continui a soffrire”: la cagnolina Nina è stata riconsegnata ai suoi carnefici

Nel dicembre del 2024 a Gorizia sono stati sequestrati tre cani per maltrattamenti da parte dei propri padroni. A fine luglio 2025 una sentenza di un giudice ha disposto la restituzione di uno di quei cani, Nina, proprio al suo carnefice. La vicenda che ha scosso la comunità del capoluogo di provincia friulano oggi approda in Parlamento. Infatti, Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia, il presidente della commissione Lavoro della Camera, ha chiesto al Ministro della Giustizia Carlo Nordio di fare luce sull’accaduto. Ora la storia di Nina passerà dal tribunale del Riesame e intanto la cagnolina è custodita in un canile.

Al momento del sequestro, Nina era priva di microchip e documenti di proprietà e si presentava in condizioni fisiche spaventose, ridotta quasi a pelle e ossa. In attesa degli sviluppi giudiziari, Nina era stata affidata ad una famiglia che l’aveva accolta garantendole cibo e cure adeguate e una libertà di movimento che prima non aveva, dato che era quasi sempre costretta alla catena.

Era stata temporaneamente affidata a una famiglia che l’aveva accolta come membro effettivo, garantendole una vita dignitosa lontana dalla catena, con regolari passeggiate, alimentazione adeguata e cure veterinarie costanti. Tuttavia, a fine luglio è giunta una decisione in controtendenza rispetto al sequestro avvenuto sette mesi prima. Dopo le perizie veterinarie, che testimoniavano seri maltrattamenti, un’ordinanza comunale aveva vietato ai precedenti proprietari di possedere animali per un biennio. Un giudice ha però deciso di restituire Nina ai suoi carnefici, tra lo stupore dei cittadini che si erano occupati della vicenda.

La storia della cagnolina è presto diventata molto seguita a Gorizia anche grazie ai numerosi appelli social per evitare il compimento della sentenza. La famiglia adottiva ha parlato in questi mesi della vicenda su Facebook mettendo anche in guardia chi volesse adottare animali posti sotto sequestro: “Non va mai data per scontata la risoluzione del caso – scrive la madre adottiva – Nina ci manchi da morire. Sei la nostra sorella Cane, pigra e dormigliona come me. Pensarti imprigionata in un box di canile, lontana da noi ci distrugge, ci spezza il cuore e tu stai soffrendo le pene dell’inferno. Il tuo posto era nella tua casa con noi. È tutto così ingiusto, non riusciamo davvero a trovare un senso a questa situazione, frutto della cattiveria, dell’ostinazione, dell’ignoranza e della follia umana”, ha concluso il post.

L’onorevole Walter Rizzetto, in merito alla vicenda, si è espresso così: “È inaccettabile che un animale sequestrato per maltrattamenti continui a soffrire quando, al contrario, potrebbe essere subito affidato ad altri. È necessario chiarire le responsabilità e garantire che decisioni simili non si ripetano più”. Rizzetto richiede al Ministro della Giustizia Carlo Nordio di intervenire per evitare contrasti tra le perizie dei servizi sanitari veterinari e le autorità locali, e quindi di stabilire regole univoche per le sorti degli animali sequestrati. “Vorremmo tutelare chi non ha voce”, ha concluso il membro dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali.

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