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“Costretti a chiudere per colpa dei bimbi mascherati per Halloween. L’anno scorso mi hanno graffiato le mani per prendere le caramelle”. Il cartello scatena le polemiche

La presa di posizione della titolare ha diviso l'opinione pubblica tra chi parla di "intolleranza" verso i bambini e chi denuncia la "maleducazione" di alcune famiglie

di F. Q.
“Costretti a chiudere per colpa dei bimbi mascherati per Halloween. L’anno scorso mi hanno graffiato le mani per prendere le caramelle”. Il cartello scatena le polemiche

“Avviso importante!!! A causa della cosiddetta ‘festa’ di Halloween, il pomeriggio del 31 ottobre siamo costretti a chiudere per impossibilità di gestire le scorribande dei vostri piccoli mascherati. Ci vediamo il 3 novembre!”. Così si legge sul cartello affisso nella vetrina di un’erboristeria di Roma che ha scatenato un acceso dibattito non solo tra gli abitanti del quartiere Appio Latino, ma anche sui social. Il motivo? La presa di posizione della titolare ha diviso l’opinione pubblica tra chi parla di “intolleranza” verso i bambini e chi denuncia la “maleducazione” di alcune famiglie.

Ma andiamo con ordine. Tutto è iniziato nelle scorse ore, quando la storica erboristeria ha annunciato che quest’anno non parteciperà al rito, sempre più diffuso in Italia, del “dolcetto o scherzetto” nei negozi di quartiere nel giorno di Halloween. Il cartello, corredato dai disegnini di zucche e fantasmini, non è passato inosservato, anzi, oltre a ad attirare l’attenzione dei residenti è stato anche immortalato e pubblicato prontamente sui social da qualche passante. La titolare del negozio, raggiunta telefonicamente dal Corriere della Sera, ha voluto difendersi da quella che definisce un’ondata di “cattiveria assurda” nei suoi confronti: “Lavoro sul territorio da 25 anni”, ha spiegato, “mi hanno scritto che odio i bambini ma non è per nulla vero, anzi, quando entrano qui vogliono giocare con me a fare l’erbolario”.

La sua decisione, spiega, non è un capriccio, ma una necessità dettata da un precedente traumatico: “La scelta è motivata da una necessità”, ha continuato. “L’anno scorso ho subìto danni, tra le altre cose mi è stata rotta un’inceneriera che avevo preso da uno sciamano in una foresta e mi hanno anche graffiato le mani nel prendere le caramelle. Mi sono sentita male e non voglio più vivere quell’esperienza, penso sia legittimo e non capisco tutto questo accanimento”. C’è, infatti, chi sostiene la sua scelta: “Ormai fanno il delirio”, scrive un utente sui social. E ancora: “Genitori e bambini maleducati, entrano e arraffano quel che c’è. Solidarietà a questa negoziante che è costretta a perdere un giorno di incasso”. Ma non mancano, ovviamente, le critiche: “Ma i cani possono entrare in questo negozio?”, ha scritto polemicamente un’utente sul gruppo di quartiere. “Quando aprirà lascerò i figli fuori ed entrerò con il cane!”. Un’altra cliente ha invocato addirittura il boicottaggio: “Tenetelo in considerazione: quando riapriranno entrate e dite ‘noi preferiamo rivolgerci altrove!'”.

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