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“Dopo sei anni di esorcismi sono libera, ho avuto la fortuna di essere seguita da colossi come padre Gabriele Amorth. Il diavolo esiste”: parla la modella Ania Goledzinowska

Ha passato sette anni a Medjugorje, in un monastero e racconta la sua storia a Gente: "Sono una donna libera, riconciliata con Dio e con se stessa"

di F. Q.
“Dopo sei anni di esorcismi sono libera, ho avuto la fortuna di essere seguita da colossi come padre Gabriele Amorth. Il diavolo esiste”: parla la modella  Ania Goledzinowska

Nel 2008 uscì dalla torta di compleanno dell’allora premier Silvio Berlusconi cantando Happy Birthday, echi lontanissimi di Marilyn. Ania Goledzinowska, al tempo, era presente nelle pagine di gossip e nei salotti tv, ed è stata la compagna di Paolo Enrico Beretta, nipote del fondatore di Forza Italia. Poi la modella polacca è sparita, niente più luci dei riflettori a illuminarne il volto. Ha passato sette anni a Medjugorje, in un monastero e racconta la sua storia a Gente: “Sono una donna libera, riconciliata con Dio e con se stessa. Una donna che è sopravvissuta all’inferno. Non devo più dimostrare nulla a nessuno. Sei anni di esorcismi mi hanno tolto tutto e mi hanno restituito l’anima. Ho avuto fortuna a essere seguita da colossi come padre Gabriele Amorth, padre Cipriano De Meo e don Antonio Mattatelli”.

Al settimanale spiega che “il demonio esiste. Ma non vuole che si creda alla sua esistenza. Se vedete gli esorcismi a cui sono stata sottoposta non avrete alcun dubbio”. Il suo però non è stato solo un percorso religioso ma anche psichiatrico: “Sono stata seguita da diversi medici, come Alessandro Meluzzi. Tutti hanno certificato nero su bianco che non avevo alcuna malattia, schizofrenia o altre patologie. Ho i referti che posso tranquillamente esibire a chi fosse interessato”. Non si cura del parere altrui, Ania, e dice: “Cosa penseranno di me e dell’esorcismo? Forse che sono impazzita. Ma tutti abbiamo i nostri demoni“. Quanto al periodo trascorso a Villa Certosa con Paolo Enrico Beretta, ricorda: “In quei giardini principeschi una volta giocammo a un finto matrimonio. Paolo prese una fede d’oro e me la infilò al dito”.

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