Le sciabordio delle onde dell’Egeo accompagna morbidamente la voce melanconica e sensuale di Sophia Loren in un canto in greco, S’Agapo, che ipnotizza la platea di Hydra oggi come nel 1956, quando proprio su quest’isola greca l’attrice appena 22enne girò il film che segnò la sua scalata all’Olimpo di Hollywood: Il ragazzo sul Delfino. Il festival ArtCinema Hydra rende omaggio alla nostra diva proiettando la versione restaurata del film su un maxi schermo montato su quella stessa spiaggia da cui Sophia Loren si immergeva per pescare spugne. Nel documentario introduttivo Hydra and Sophia: Echos of the Dolphin, del regista Antonis Sotiropoulos e della fondatrice di ArtCinema Hydra, Amanda Palmer, la comunità locale rivive l’onda Loren raccontando quei 39 giorni di riprese della troupe italo-americana attraverso Intelligenza Artificiale e materiale d’archivio. Uno storico dietro le quinte per scoprire come la nostra prorompente sirena di Pozzuoli abbia trasformato l’isola, da semplice porto di pescatori alla Capri della Grecia, approdo di creativi da tutto il globo. Sulla spiaggia di Mandraki, residenti e ospiti selezionati dal mondo del cinema, arti visive e musica, sono vestiti in stile anni 50, in onore della nostra icona che a 91 anni continua ad ispirare il mondo con la sua eleganza. Giudice della competizione di moda ispirata alla Loren, è Vassilis Zoulias, stilista greco catapultato sulla scena internazionale con i modelli indossati da Emily in Paris. Lo incontriamo all’Hydroussa Hotel di Hydra dove la più richiesta, neanche a dirlo, è proprio la stanza che occupò Sophia Loren nel 1956.
Che eredità ha lasciato Sophia Loren alla Grecia con Il Ragazzo sul Delfino e che ispirazione è stata per il mondo della moda?
Credo che questo film abbia dato il via all’entusiasmo e al fervore per la Grecia che si è avuto da quel periodo in poi. È stato il primo grande film di una grossa casa di produzione cinematografica ( Twentieth Century Fox ndr) girato qui. Sophia Loren è arrivata e ha fatto impazzire tutta la Grecia. Allora come ancora oggi. Il film è bellissimo e lei ha cantato in modo meraviglioso una canzone in greco, un momento magnifico. Loren è una fonte di ispirazione per molti stilisti in tutto il mondo, compreso me. Quando disegniamo, abbiamo in mente alcune donne e Sophia Loren è sicuramente una di queste. In quel film non indossava molti abiti, ma il suo stile era molto forte e caratteristico: La vita stretta, il busto, le sciarpe, i colori che indossava. E quando è apparsa con quell’abito bagnato, era sorprendente. Insieme a Grace Kelly, Audrey Hepburn e Marilyn Monroe, Sophia Loren fa parte di quella ristretta cerchia di donne che con il loro stile sono state davvero fonte di ispirazione per molti stilisti nel corso degli anni. Oltre ai costumi di scena, anche gli abiti che indossa nella sua vita reale hanno uno stile fantastico, che continua ancora oggi. Dolce & Gabbana hanno subito la sua influenza durante tutta la loro carriera, per Giorgio Armani è stata una musa per molti anni e lei ha sostenuto molto gli stilisti italiani.
Che ruolo ha il glamour senza tempo delle dive degli anni Cinquanta ai giorni nostri, quando ha preso piede il fast fashion?
Lo stile di quegli anni non va mai giù di moda. E’ un qualcosa di classico, che resterà per sempre. E’ un tipo di stile che alle donne piace vedere indossato da altre donne. Tutti amiamo la femminilità, a partire dalle donne stesse. Io ho costruito la mia carriera su questo stile, e mi sta andando piuttosto bene… Lo sappiamo, i suoi modelli sono stati indossati dalla protagonista della famosa serie Emily in Paris. Come ha fatto ad arrivare nel guardaroba di Lily Collins aka Emily Cooper? È stato davvero un momento di svolta perché in una sola notte sono diventato famoso al di fuori della Grecia, in tutto il mondo. E’ bastata una giacca, una giacca a fiori, che è diventata virale. Abbiamo verificato che persone da 165 paesi hanno visitato il mio sito web alla ricerca di questa giacca. Per un designer in Grecia direi che è stata un’ottima notizia. Il tutto è iniziato perchè Patricia Field, l’acclamata costumista che ha vestito Carrie Bradshaw di Sex and the City, collabora con un mio caro amico e socio, il designer di gioielli Pericles Condilatos. Patricia Field ha guardato il mio account Instagram, ha studiato quello che faccio e poi abbiamo ricevuto una mail dal produttore della serie che ci chiedeva 25 abiti per Emily in Paris. Noi non la conoscevamo, all’epoca non avevamo idea di cosa fosse quella serie ma l’idea ci piaceva, e alla fine hanno scelto cinque modelli.
Rivedremo i suoi capi nei nuovi episodi, ora che il riflettore è puntato sulla moda greca?
Direi che ho fatto la mia parte in Emily in Paris, e adesso è giusto che altri stilisti abbiano l’opportunità di divertirsi. Ormai Atene è considerata la New York europea, abbiamo un clima eccezionale, nuovi musei che attraggono persone da tutto il mondo, e questo festival (ArtCinema Hydra ndr) è prova delle importanti collaborazioni culturali che si creano tra artisti internazionali. Il tutto è cominciato con la Loren, poi la Grecia è diventata molto di moda negli anni 60 con Jackie Onassis, Maria Callas e il jet set internazionale sulle acque greche. Un meraviglioso mix di aristocrazia e persone bohémienne.
Quanto sono importanti l’artigianalità e le radici locali per voi stilisti internazionali per contrastare il fast fashion?
Beh, è proprio su questo che ho basato la mia attività: sull’artigianato locale e sulla slow fashion. Il fast fashion, credetemi, è destinato a scomparire. Ricordatelo bene! Le persone vogliono rivivere l’esperienza di avere modelli fatti su misura, di indossare capi di buona qualità che sanno essere stati realizzati a mano. Tutto ciò che faccio, anche quello che indosso io, è realizzato nel mio atelier da un team che vive e lavora in Grecia.
Non possiamo non chiederle delle dritte, anzi ci può dare dieci consigli su cosa indossare quest’inverno?
Allora, per prima cosa dovete sicuramente avere nell’armadio qualcosa nelle tonalità del marrone. Dovreste assolutamente comprare qualcosa in jeans, qualcosa anche nei toni del grigio e nei toni del bordeaux scuro. Questi sono colori autunnali davvero belli. Gli anni ’50 e ’60 sono stati i migliori, i due decenni migliori per la moda femminile. Il punto vita era al posto giusto, l’orlo era lungo fino al ginocchio o appena sotto il ginocchio. La scollatura era aperta. Mantenete quello stile. Anni ’50 e ’60. Ecco perché anche io mi vesto così. Adesso indosso una sciarpa a pois, qualcosa che un uomo avrebbe potuto indossare 70 fa. Anche oggi mi sta bene, no?
Assolutamente.
La stessa cosa vale per le donne. Ma la cosa più importante di tutte è avere uno stile proprio. Quindi le donne dovrebbero rovistare nei loro armadi e trovare magari dei vestiti delle loro madri o delle nonne e abbinarli a capi nuovi. Secondo me è un ottimo consiglio perché ciò che è trendy poi passa di moda. Le tendenze nascono e muoiono quindi non le seguite, non ascoltate quello che vi dico. Fate semplicemente quello che volete. Ora viviamo in un’epoca dove è permesso indossare tutto.
Nel frattempo sulla spiaggia di Mandraki, sale sul palco la vincitrice scelta da Zoulias per la competizione di moda dedicata a Sophia Loren: Dorotea Mercuri mostra sul palco un vestito nero, stretto in vita con scollatura di taglio sulle spalle. E il sorriso aperto dell’attrice italo-greca tradisce una delicata somiglianza con la nostra Sophia nazionale. “Il lavoro degli stilisti nei film, da Armani a Zoulias, dimostra come il cinema si nutra di varie specializzazioni creative – dice Nicole Alexandropoulos, fondatrice Italo-greca dell’ Athens Fashion Film Festival- è una opportunità importante dare visibilità sul grande schermo a designer di tutto il mondo”.