“Non mi sarei mai immaginato che potessero riaccadere atrocità come quelle che abbiamo studiato sui libri di storia. Abbiamo il potere di scendere nelle piazze e marciare pacificamente contro quelle quattro persone che vogliono decidere il futuro”. Sono le parole con cui, facendo riferimento al conflitto in Medio Oriente e abbracciando la causa palestinese, Marco Mengoni ha chiuso il suo concerto all’Unipol Forum di Milano domenica 12 ottobre. Un messaggio forte, a pochi giorni dall’accordo di pace su Gaza (almeno la prima parte del piano) e in tempi in cui “non è facile salire sul palco e portare felicità, mentre dall’altra parte del mondo c’è uno schifo. Perché così si deve chiamare”.
“Superare le crisi ti cambia come persona”
Nel palazzetto di Assago, tutto esaurito, l’artista ha messo in piedi un concept show di circa due ore diviso in sei capitoli, nato “dalla volontà di superare un periodo per niente facile” e costruito sul calco della tragedia greca. Dalle riflessioni sul dolore, sulle emozioni e sulla fragilità umana fino alla catarsi finale. Un racconto che, partendo dal prologo con il trittico “Ti ho voluto bene veramente”, “Guerriero” e “Sai che”, ma poi in tutte le sue fasi (parodo, episodi, stasimi, esodo), ha descritto i cicli di crollo e rinascita della vita, individuale e collettiva. Per arrivare infine alla “purificazione”, proprio come nel teatro antico. Per Mengoni, la realizzazione che “superare le crisi ti cambia come persona, cambia i tuoi occhi e il tuo modo di vedere il mondo”. La scenografia, formata da alcuni massi e rovine, e i visual hanno ripreso proprio la simbologia collegata al rialzarsi dopo le cadute.
A tenere le fila dello spettacolo, una voce narrante che ha toccato i temi dell’egoismo, dell’impotenza, della condivisione e della presa di coscienza, criticando l’ignavia di molti di fronte alle numerose guerre nel mondo e alla situazione degli ultimi due anni nella Striscia di Gaza. “Siamo molto più bravi a tacere che ad alzare la voce, dormiamo sonni tranquilli finché qualcuno non deciderà che i nemici siamo diventati noi; con che coraggio ci lamentiamo di chi ci governa se non abbiamo votato, non manifestiamo, non ci facciamo sentire; il nostro silenzio sta permettendo uno sterminio che accettiamo perché, in fondo, non ci riguarda” alcune delle frasi che sono risuonate al Forum.
Ovazioni su “Due vite”: “Non mi abituerò mai”
Seguendo e condividendo queste idee Mengoni, che si è anche lasciato andare ad alcuni virtuosismi e ha eseguito anche brevi coreografie, ha cambiato il testo di “Guerriero” in “lotto per la pace, lotterò per questo” e “ci abbracceremo per darci forza sempre”, usando il plurale invece del singolare. Sul palco insieme a lui una band di 13 elementi, tra cui quattro coristi (tre donne e un uomo), e anche sei performer, diretti da Daniele Sibilli.
Diversi cambi d’abito – uno per ogni capitolo dello show – e numerose ovazioni per il padrone di casa, che ha regalato ai fan una scaletta variegata (nessun ospite, una rarità al giorno d’oggi), con le ballad e le canzoni per scatenarsi e numerosi dei suoi brani più celebri: “Muhammad Ali”, “Cambia un uomo”, “No stress” e “L’essenziale”, tra gli altri. Piccole chicche “Black Hole Sun” e “Starlight”, unite in medley a “La valle dei re” e “Pazza musica”.
Emozionante, invece, il momento “Luce” (dedicata alla madre Nadia, morta nel 2024, ndr). Su “Due Vite”, intonata su una pedana sopraelevata, i presenti hanno cantato così forte da coprire la voce di Mengoni. “Mi vengono i brividi”, ha commentato lui commosso prima di ringraziare per l’affetto ricevuto durante la sua carriera, di cui con l’attuale tour sta festeggiando i 16 anni. “Non mi sarei mai aspettato tutto questo. Sono più di due anni che non esco con un disco, non mi ci abituo mai”, ha affermato ricevendo poi diversi minuti di applausi.
La dedica a “Mina” con “Se telefonando”
Sul finale del live, spazio anche per chiacchierare un po’ con i fan, che hanno sollevato decine di cartelli tra dediche, regali e, addirittura, la richiesta di officiare un matrimonio. Per una coppia, è arrivata anche la dedica a pochi mesi dalle nozze con “Ad occhi chiusi”. Dopo l’omaggio a Giorgia nella data di Torino con “Come Saprei”, qualcuno dal pubblico ha chiesto a Mengoni di intonare un brano di Mina. E così, ecco il ritornello di “Se telefonando” a cappella. Gran finale, con lancio di coriandoli, affidato a “Io ti aspetto”. E poi la scritta sul grande ledwall centrale: “Le persone che hanno lavorato a questo spettacolo sono contro il genocidio e ogni forma di violenza perpetrata in ogni parte del mondo”.
Il tour di Marco Mengoni continuerà adesso con altre tre date all’Unipol Forum (13, 15, 17 ottobre), prima di toccare Pesaro, Bologna, Firenze, Eboli e Roma. Poi, via alle tappe europee: partenza da Ginevra il 19 novembre e chiusura a Madrid il 10 dicembre.
La scaletta del concerto al Forum
PROLOGO
Ti ho voluto bene veramente
Guerriero
Sai che
PARODO
La valle dei Re + Black Hole Sun
Non me ne accorgo
Tutti hanno paura
No stress
Voglio
Muhammad Ali
EPISODI
Fuoco di Paglia
Cambia un uomo
Luce
Hola
STASIMI
Due vite
L’essenziale
Mi fiderò
La casa azul + Unatoka Wapi
ESODO
Un fiore contro il diluvio
Non sono questo
Incenso
CATARSI
Mandare tutto all’aria
Pazza musica + Starlight
Ma stasera
Io ti aspetto