È una confessione lucida e dolorosa, quella che l’attrice Michela Miti, 62 anni, ha affidato al salotto di “Verissimo” nella puntata di oggi, sabato 11 ottobre. Un racconto che parte da una crisi profonda e arriva a un presente di estrema difficoltà, segnato da un avviso di sfratto esecutivo. “La mia vita è precipitata, è stato un anno difficile”, ha esordito.
Tutto, ha spiegato, è iniziato con la scomparsa del suo compagno, lo scrittore e regista Alberto Bevilacqua:. “È stata la prima batosta, spaventosa”, ha raccontato. Un dolore che ha innescato una spirale negativa. “La sua famiglia mi ha mandato via dalla casa in cui vivevamo. Perdere lui è stato terribile, da quel momento è cominciata la depressione“. Una condizione che ha avuto pesanti ripercussioni anche sulla sua salute fisica: “La mia condizione mi portava a cadere spesso”, ha continuato, “sono stata operata all’anca e mi sono rotta il menisco”. Problemi che non ha potuto affrontare nel modo migliore, a causa di una crescente crisi economica: “Ho speso tanto per le cure di mia mamma e per le mie. Negli ultimi anni ho vissuto con i miei risparmi”, ha spiegato l’attrice. Ma a un certo punto, le risorse sono finite: “L’anno scorso non avevo più nulla, ho venduto tutto quello che avevo, anche i ricordi del mio compagno. Non mi aspettavo che la situazione precipitasse in modo così drammatico”. Ora, la situazione è diventata insostenibile. Tra 15 giorni, Michela Miti dovrà lasciare la sua abitazione da cui ha avuto lo sfratto: “Mi sento sradicata”, ha detto con la voce rotta dall’emozione, “ma non per la casa in sé, ma perché dovrò lasciare la casa dove ho passato la parte finale della mia vita con mia mamma”.
Nonostante tutto, l’attrice non si arrende. Ha trovato la forza di reagire grazie alla fede e al sostegno di chi le è rimasto vicino: “La fede mi ha dato la forza di reagire, di uscire da questa situazione”, ha ammesso. Ha raccontato di un parroco che “sta cercando di trovarmi una sistemazione” e di un “medico meraviglioso che si è offerto di curarmi senza ricevere nulla in cambio”. Un aiuto concreto arriva anche dalla Comunità di Sant’Egidio, che “si sta occupando di trovarmi una nuova sistemazione dove posso riprendermi e recuperare le forze per ricominciare a lavorare”. Sul fronte economico, ha spiegato di aver ottenuto l’assegno di inclusione, definito “una piccola base di partenza. Dopo una vita agiata, di bellezza, di amore, non è facile trovarsi spiazzata senza nessuno e ricominciare dal nulla”, ha concluso.
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