Cinema

È morta l’attrice Diane Keaton, aveva 79 anni: musa di Woody Allen in “Io e Annie”, recitò con Coppola ne “Il Padrino”

La musa di Woody Allen, protagonista di capolavori come "Io e Annie" e "Il Padrino", è deceduta in California

di Davide Turrini

La-di-da! La-di-da! Addio a Diane Keaton. La tenera, pazza, splendida Annie in Io e Annie di Woody Allen è morta. Aveva 79 anni. Keaton è stata una delle attrici comico brillanti più divertenti e affascinanti della Hollywood anni settanta, sulla scia di Katherine Hepburn e Rosalind Russell, capace di giocare su tonalità leggere da protagonista e anche drammatici ruoli da co-protagonista.

Affermatasi nel 1969 a Broadway nella commedia di successo di Allen (con il quale inizierà una storia d’amore), Provaci ancora Sam, doppierà il successo al cinema sempre con Allen per la regia di Herbert Ross (1972), ma si farà subito notare come fidanzata e sposa di Michael Corleone/Al Pacino in Il Padrino (1972) e di nuovo nel sequel del 1974 per Francis Ford Coppola.

Ma è con Allen che fonda una sorta di inimitabile coppia comica partecipando ai cascami geniali del periodo slapstick di Allen – Il dormiglione, Amore e morte -, poi gareggia con lo stesso Allen in una commedia anticonvenzionale, romantica e stralunata come Io e Annie (1977) vincendo un meritato Oscar. Anche se è in Manhattan (1979) che Keaton accetta un ruolo ghignoso ed elitario, molto intellettuale da costa est, duettando amabilmente con Allen tra pronunce bislacche e accademie dei sopravvalutati. Ed è forse qui in Manhattan che Allen le costruisce la più incredibile battuta sui misteri dell’eros femminile con la celebre esaltazione sessuale di tal Geremia per mezzo film fino a quando il vero Geremia sbucherà mostrandosi nella sua non proprio affascinante pinguedine e calvizia. Il 1981 è l’anno di Reds dove affianca Warren Beatty nel ruolo della giornalista statunitense Louise Bryant che racconta in diretta la rivoluzione d’ottobre in Russia del 1917.

È però del 1996 un vero successo popolare per la Keaton, quando insieme a Bette Midler e Goldie Hawn interpreta la commedia Il club delle prime mogli e poi ancora nel 2003 in Tutto può succedere in coppia con Jack Nicholson. La Keaton è stata regista di videoclip, fotografa, ha avuto numerose relazioni (Pacino, Beatty) ma non si è mai sposata, e ha adottato due bambini.

Keaton nacque all’anagrafe come Diane Hall a Los Angeles, in California. Il cognome Hall cancellato e sostituito per lanciarsi nella carriera dello spettacolo verrà utilizzato da Allen per dare il nome alla protagonista di Io e Annie: Annie Hall. Liceale amante della musica e del teatro, abbandonò l’università trasferendosi a New York, usando quel Keaton, cognome da nubile di mamma. Si racconta che rifiutò di spogliarsi ad un provino per il musical Hair a Broadway, ma anche che all’ombra di Bogart in Provaci ancora, Sam, tra Diane e Woody fu grande amore, dopo che lei durante il provino si era come messa a misurare quanto quell’omino buffo fosse più basso di lei. Un legame fortissimo quello vissuto dai due, tanto che poi in pieno #MeToo, quasi cinquant’anni dopo, fu proprio la Keaton, forse unica e sola, a difendere l’ex compagno finito nella bufera delle accuse di molestie (“è un mio amico e gli credo”).

Molto nella carriera di Keaton, e di Allen, si gioca sull’incrociarsi professionale dei due. L’attrice interpreterà ben sette film con il regista amato e amico: non solo Io e Annie, Manhattan, Amore e guerra, il Dormiglione, ma anche Interiors (una sottovalutatissima tragica opera alla Bergman), Misterioso omicidio a Manhattan (dove la Keaton prende il posto all’ultimo istante di Mia Farrow in rotta di separazione da Allen) e Provaci ancora, Sam che è diretto da Ross. Come spiega Variety, “l’impatto della sua accattivante interpretazione dell’aspirante cantante in Io e Annie si estese ben oltre la sua abilità recitativa fino a raggiungere l’ambito dello stile nazionale. Tanto che il suo guardaroba nel film – cappello a tesa larga, camicie da uomo, cravatte, gilet e pantaloni larghi con le pinces – divennero un capo di abbigliamento da strada molto imitato dalla donne giovani di fine settanta”. Uno stile definito proprio alla “Annie Hall” che evolverà certo nel tempo rimanendo sempre fedele a se stesso (“adoro ancora il dolcevita, il cappello e la giacca. Credo di concentrarmi di più sull’indossare tailleur ogni giorno rispetto a prima. E una cintura larga”), sintetizzato infine nella summa libraria Fashion First (edita in Italia da Rizzoli).

Per capire l’atteggiamento disinteressato, stravagante, vagamente stordito (alla Annie Hall, insomma) della Keaton rispetto al mondo dello showbiz, basterebbe ricordare l’aneddoto che Pacino racconta durante la serata del premio alla carriera che l’attrice riceve nel 2017 dall’American Film Institute (AFI). Quando il cast di Il Padrino è a tavola seduto e Marlon Brando le si avvicina in un mezzo inchino: “Buongiorno sono Marlon Brando”; e lei: “Ah bene, bene, grazie, ciao”. Keaton del resto non verrà ricordata per una presenza invadente, totalizzante, iperperformativa sullo schermo. Bensì per una sua naturale aura di semplicità e immediatezza, anche quando i tentativi non alleniani sembrano far subentrare un nuovo registro drammatico. In Looking for Mr. Goodbar (1977) recita con un ancora sconosciuto Richard Gere la parte di una giovane insegnante che cerca di emanciparsi ma che finisce pugnalata da un amante squilibrato e in Mrs Soffel (1984) è la moglie del direttore di un carcere che fa evadere due affascinanti condannati a morte (Mel Gibson e Matthew Modine) o in Le stanze di Marvin (1996) dove incrocia un 22enne DiCaprio. Anche se è forse nelle commedie corali tra donne che spicca ancora una volta il suo innato versatile umorismo: Crimini del cuore (1984) con Jessica Lange e Sissy Spacek, il succitato Club delle prime mogli, Book Club (2018) con Jane Fonda e Candice Bergen, e ancora il dittico remake (più sequel) di Il padre della sposa con Steve Martin. Tra i tanti ruoli va anche ricordato quello di Suor Mary in The young pope di Paolo Sorrentino (2016) dove è chioccia dell’orfano Belardo (Jude Law) e ne diventerà segretaria personale quando lui diverrà papa indossando una t-shirt con su scritto: “Sono vergine, ma questa è una vecchia maglietta”. Keaton è stata una indefessa utente di Instagram con un profilo da oltre due milioni e mezzo di follower e una caterva di foto e video assieme al proprio amato golden retriever Reggie.

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