Musica

“Le persone che hanno lavorato a questo spettacolo sono contro il genocidio”: il messaggio per Gaza di Marco Mengoni al termine del concerto

Il cantautore con tutto il suo staff ha mandato un messaggio forte e chiaro

di F. Q.
“Le persone che hanno lavorato a questo spettacolo sono contro il genocidio”: il messaggio per Gaza di Marco Mengoni al termine del concerto

Marco Mengoni è ripartito con il tour nei palazzetti, dopo le date allo stadio. Durante la data zero alla Prealpi San Biagio Arena di Conegliano, al termine dello show con tutto lo staff sul palco ha salutato il suo pubblico con un messaggio forte e chiaro comparso sul mega-schermo: “Le persone che hanno lavorato a questo spettacolo sono contro il genocidio e ogni forma di violenza perpetrata in ogni parte del mondo”.

Non è la prima volta che l’artista si è pronunciato sul conflitto palestinese. Con la bandiera del Paese martoriato dalla guerra aveva infatti detto sul palco: “Ce n’è abbastanza nel mio spettacolo di stop a questa roba orribile che ancora l’uomo continua a fare e non sa perché, però noi continuiamo a ripeterlo e magari arriva anche a quelle teste di caz*o!”. Applausi scroscianti.

Il tema dello schierarsi su un tema così caldo da parte degli artisti, è stato al centro del dibatto che si è scatenato questo weekend grazie alle parole di Ghali. “Il rap è morto, è tutto un gran teatro – ha scritto l’artista sui social – Quella del ‘io non ho mai fatto politica sui miei profili social quindi perché dovrei farlo ora’, oppure ‘è una storia molto delicata e complicata che va avanti da millenni’ sono tutte stron*ate e scuse. Chi se ne frega se i vostri fan vogliono solo la musica, se sono famiglia come li chiamate. Dovete parlare anche di cose importanti. Il genocidio in Palestina ricadrà anche sulla vostra arte, sulla vostra penna, sulla vostra salute mentale e sulla vita delle future generazioni, quindi anche su quella dei vostri figli”.

Pronta la replica di Guè: “Rapper da classifica che non ti esponi, fai come me. Dona, manda il grano”. Diverso il tono di Fabri Fibra: “Rispetto Ghali perché si è esposto prima degli altri. Si è sempre sentito straniero nel suo Paese. Ma su Gaza siamo tutti d’accordo”.

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