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“La menopausa? I muscoli si afflosciano, le ossa si svuotano, la pata** si secca. E che cacchio! Smettere di lavorare? Il palcoscenico ti dà dipendenza”: parla Luciana Littizzetto

La comica e conduttrice si è raccontata a Vanity Fair in attesa del ritorno di Che Tempo Che Fa e ha parlato dei suoi 60 anni ("Ho vissuto bene la mia età fino a quando mi è venuta la pancreatite acuta e sono stata ricoverata")

di F. Q.
“La menopausa? I muscoli si afflosciano, le ossa si svuotano, la pata** si secca. E che cacchio! Smettere di lavorare? Il palcoscenico ti dà dipendenza”: parla Luciana Littizzetto

Nel suo primo libro Luciana Littizzetto parla di tre amiche sui sessant’anni che “si domandano: e ora che cavolo facciamo? Dobbiamo tirare i remi in barca? Davvero non abbiamo più niente e dobbiamo solo passare il tempo con i settantadue sintomi della menopausa? La felicità che ci è consentita in questa vita è appannaggio soltanto della giovinezza?”: una domanda cruciale e sacrosanta alla quale risponde con un “proviamo a pensare che non sia così. Dobbiamo fare le liste delle cose che ci piacciono e con queste provare a vedere se riusciamo a stare meglio. Perché il trend tra le mie coetanee è: vabbe’, poteva andare peggio. Succede qualcosa di brutto e giù con le sciabolate di champagne perché alla fine poteva andare peggio”.

Littizzetto si è raccontata a Vanity Fair in attesa del ritorno di Che Tempo Che Fa e ha parlato dei suoi 60 anni (“Ho vissuto bene la mia età fino a quando mi è venuta la pancreatite acuta e sono stata ricoverata”) e di una certezza: “Se penso di smettere di fare il mio lavoro mi viene la tristezza. Forse il palcoscenico ti dà dipendenza, c’è poco da fare”. La menopausa? “Ci sono mille sintomi e devi stare dietro al fisico, perché i muscoli si afflosciano, le ossa si svuotano, la pelle si assottiglia e la patata si secca. E che cacchio! Vivi per tenerti insieme. È faticoso, infatti non faccio quasi niente”.

Poi il sodalizio con Fabio Fazio con il quale “c’è grande fiducia” al punto che lui non sa di cosa parlerà lei nei suoi monologhi. In questi anni, di shitstorm ne ha ricevute tante ma quella che l’ha colpita di più la racconta senza dubbi: “Ho fatto un pezzo sul fatto che non siamo un popolo bravo a fare la guerra e mi hanno detto che offendevo le vittime delle famiglie dell’esercito. Un finimondo. Ma io avevo solo fatto una lettera di pace. Poi, come diceva Troisi, io sono responsabile di quel che dico, non di quello che tu capisci”. La battuta che non rifarebbe la dice con certezza: “Avevo preso un po’ in giro Carmen Russo quando aveva deciso di restare incinta ed era già grande, e lei si era offesa molto. Le ho chiesto scusa, non volevo ferirla. In effetti quella battuta potevo risparmiarmela”.

E poi Jimmy Kimmel (“l’idea che l’America stia perdendo la libertà mi ha molto turbato”): “Forse (in Italia c’è lo stesso rischio, ndr) ma abbiamo comunque la possibilità di scegliere di andare in reti come il Nove, dove la libertà ha più respiro”. E di una cosa Littizzetto è certa, a Che Tempo che Fa parlando di Gaza userà la parola “genocidio”.

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