Nervosismo da parte dell’avvocato Massimo Lovati a “Domenica In”. Era la prima volta che, nel programma condotto da Mara Venier, si parlava del caso Garlasco. Durante la trasmissione, che ha visto il magistrato “Stefano Vitelli che nel 2009 assolse Stasi, condannato dopo, in via definitiva, anche dalla cassazione”, come primo ospite, si è discusso soprattutto dei 30/40 mila euro che la famiglia Sempio avrebbe versato all’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, per favorire Andrea Sempio.
In studio erano presenti, oltre alla padrona di casa, l’avvocato De Rensis (che cura gli interessi di Francesco Stasi), Tommaso Cerno, la giornalista Rita Cavallaro e la criminologa Roberta Bruzzone. In collegamento, da Vigevano, c’era l’avvocato Lovati. “Avvocato Lovati – ha esordito Cerno – lei ha già respinto questa accusa gravissima (la presunta corruzione, ndr), solo che l’ha fatto con tre posizioni leggermente diverse. Lei prima ha detto ‘non è vero quei soldi erano per me’, poi ha detto ‘non è vero, non erano per me’, poi ha detto ‘una parte erano per gli avvocati, per le spese legali, una parte per altri’. Ha fatto un po’ anche l’avvocato per l’ex procuratore. Ci dà una versione della difesa di Sempio riguardo queste accuse?”, ha domandato l’ex senatore e giornalista.
“Non sono difensore del pm Mario Venditti e non sono ancora difensore dei genitori di Sempio che non hanno ricevuto, ad ora, alcun avviso di garanzia. La Procura della Repubblica di Brescia, che secondo me è in concorso evidente con quella di Pavia, con una clamorosa fuga di notizie, ha infangato l’opinione pubblica di questo magistrato che secondo me è uno dei migliori mai incontrati. E che, in una mattina, è stato sbattuto in prima pagina a causa di una fuga di notizie, perché le perquisizioni domiciliari dovrebbero rimanere coperte da segreto istruttorio. È stato anche uno schiaffo alla difesa, una mancanza di rispetto al sottoscritto e alla mia funzione difensiva. Perché non si fanno questi blitz nella stessa giornata in cui io, come difensore di Andrea Sempio, dovevo essere in aula. Mi hanno distolto dalla mia funzione. Obbligandomi ad una giornata intera dentro le mura di una guardia di finanza”, ha dichiarato il legale di Sempio.
“Venditti ha negato di aver preso del denaro, ma, siccome ci sono le prove, dove sono andati a finire questi soldi in contanti? Si parla dai 30 ai 40 mila euro”, ha chiesto Mara Venier a Lovati. “Prima di fare i conti in tasca agli altri bisognerebbe capire il perché”, ha risposto l’avvocato.
Ad intervenire ci ha poi pensato Rita Cavallaro: “Il perché è abbastanza chiaro. L’indagine sull’ex procuratore Venditti è solo la punta dell’iceberg di quello che c’è a Brescia ormai da mesi. Perché stanno indagando da anni su un ‘sistema Pavia’, cioè indagini che si chiamano ‘clean’ (pulizia). Quando il procuratore Napoleone si è insediato a Pavia ha riscontrato delle criticità in quello che c’era nella procura dell’epoca ai tempi in cui era procuratore Venditti. Quando il 14 maggio è stata effettuata quella perquisizione a casa di Sempio, dove hanno trovato il bigliettino ‘Venditti gip archivia per 20-30 euro’, l’ex procuratore Venditti era già indagato per la gestione opaca della Procura. Quindi quel bigliettino è stato inviato alla Procura di Brescia che già aveva aperto un’indagine. Poi parla di scorrettezza, però non mi pare che lei sia l’avvocato dei genitori di Sempio. Lei è l’avvocato di Andrea Sempio e quella mattina avrebbe potuto fare tranquillamente il suo incidente probatorio perché la perquisizione a casa era per i genitori, non per Andrea Sempio”, ha fatto notare la giornalista.
“L’ipotesi accusatoria è ridicola, perché si parla di un movimento di denaro di 43 mila euro spalmato in sei mesi, che mi sembra del tutto giustificabile con le spese legali di un procedimento per omicidio volontario gestito tra tre avvocati”, ha detto Lovati. “Sembrano un po’ tutti i soldi che sono riusciti a recuperare tra parenti e famiglia”, ha aggiunto Cerno. “Dalla parte del percipiente mi sembra molto giustificabile, perché tre avvocati in sei mesi, per 43 mila euro, di cui si parla di prezzi di 5 mila euro pagati in contanti, ed è tutto giustificabile. “Ma loro sono andati lì?”, ha poi chiesto Mara, interrompendo il discorso dell’avvocato Lovati che, infastidito, ha poi chiesto “Posso finire senza essere interrotto? Altrimenti non dico più niente”. “Mara non ti fanno parlare”, ha poi scherzosamente detto l’ex senatore Cerno.
E ancora Lovati: “Ci sono i poliziotti corrotti che sono andati a prendere i soldi. Ci sono quelli che li hanno portati e c’è il procuratore della Repubblica il capo di Pavia che ne guadagna 20.000 al mese. E poi gli avvocati li ha pagati mio nonno? Chi li ha pagati gli avvocati? – ha chiesto Lovati – Gli avvocati vanno pagati!”, ha ribadito, a gran voce, Lovati. “Vuole dire che i soldi sono stati dati a voi, ai tre avvocati?”, ha detto Mara. “Io non dico questo”, ha risposto Lovati, prontamente fermato da Venier: “Eh beh, ce l’ha fatto comprendere”. Sta di fatto che, secondo il legale di Sempio, “Questa accusa è ridicola e non meritava di finire sui giornali!”
Anche De Rensis ha preso parola: “Lovati, sai che ti rispetto ma non puoi venire qua e dire ‘tutti i procuratori capo fanno delle cose ridicole, fanno delle cose senza senso’. Ma secondo te il GICO si è basato su quel fogliettino? Come avvocato sono a disagio, perdonami. Qualche procuratore farà le cose in maniera corretta, no?”, ha detto il legale di Stasi.
“Io ho letto il decreto di perquisizione e indubbiamente c’è una raccolta di denaro da parte dei familiari – ha spiegato Bruzzone -. A fronte del fatto che 6.000 euro di quel denaro, in maniera tracciata, fatturata, sono andati nelle tasche del generale Garofano in qualità di consulente, mi sorgono delle domande. La prima che mi pongo, è ‘ma se io ho in tasca l’archiviazione, che motivo ho di spendere 6.000 euro per un consulente tecnico?’ Se quei soldi sono finiti nelle mani dei legali, il che francamente non mi stupirete più di tanto, queste persone oggi si devono mettere una mano sulla coscienza. Non sto dicendo che l’abbiano fatto, però a questo punto da qualche parte i soldi sono andati”.
Il dibattito è stato brevemente interrotto dalla messa in onda di una registrazione in cui i genitori di Andrea Sempio stavano facendo riferimento a dei soldi da muovere. “Le intercettazioni vocali-ambientali, delle quali non si capisce una parola, mi spiegate da dove sono uscite?”, ha domandato Lovati. “Sono del 2017, l’inchiesta lampo chiusa e archiviata da Venditti in appena due mesi senza che fossero fatti approfondimenti”, ha risposto Cavallaro, intromettendosi nel discorso di Lovati, che – nuovamente – infastidito, ha detto: “Ma non mi fate finire di parlare! Perché non mi fate finire?”.
La risposta di Cavallaro non si è fatta attendere: “Sto spiegando da dove vengono fuori le intercettazioni. Lei l’ha chiesto e io glielo spiego. Sono le intercettazioni in macchina, dei Sempio, in cui vi sono vari passaggi in cui si percepisce che Andrea Sempio era stato informato prima delle domande del 10 febbraio nel corso dell’interrogatorio. Ci sono altre parti in cui si parla che gli investigatori ‘sono dalla nostra’. C’è un’incongruenza terribile tra i brogliacci e gli audio, perché gli audio non sono stati dati alla difesa di Stasi”, ha concluso la giornalista.
“Mi devi spiegare come mai l’avvocato Bocellari (che, assieme a De Rensis, difende Stasi, ndr) presenta due istanze per avere il CD audio motivatissime e io ho sentito l’ex procuratore aggiunto dire che mancavano di motivazioni – ha detto De Rensis -. Vengono rigettate queste richieste. Noi, poi, presentiamo al procuratore Napoleone un’istanza certamente non più motivata di quelle e ce le dà subito. Perché sono stati negati i cd audio all’epoca e il procuratore Napoleone, che è un’eccellenza della magistratura come procuratore capo di Brescia, anche se tu dici che fanno indagini scorrette, ce li ha concessi subito?” “Avvocato vuole rispondere alla domanda del suo collega?”, ha chiesto Mara Venier. “Quale domanda?”, ha poi chiesto Lovati che, nonostante gli sia stata ripetuto l’interrogativo, si è soffermato solamente nel dire che “Io non sento niente da quelle intercettazioni, non si capisce niente”.