Luca Barbareschi è alle prese con mille impegni. Dal 2 novembre sarà su Raitre con “Allegro ma non troppo”. Quattro dei suoi film, prodotti con Rai Cinema, sono distribuiti in America: “J’Accuse” di Polanski, uscito ad agosto, “The Palace”, già nelle sale, a novembre “The Penitent”, a febbraio “Paradiso in vendita”, girato a Filicudi.
Non va troppo bene sul versante privato. Infatti l’attore e regista si è separato per la terza volta. La storia con Elena Monorchio è finita: “L’ha voluto lei, donna intelligente. Mi ha detto che sono troppo ingombrante, faticoso, forse ha ragione. Alla mia età (69 anni, ndr) avrei preferito di no”, ha confessato a Il Corriere della Sera.
“È successo due anni fa. A Ballando con le Stelle, – ha continuato – l’anno scorso, ancora le dedicavo parole d’amore. Speravo di rimediare. Ci ho sofferto molto e soffro ancora, è una sconfitta, però la capisco. Invecchiando sono peggiorato. Quando vedi che la porta si comincia a chiudere, vuoi fare tutto quel che ti resta. Sono sposato con il mio lavoro. Preferisco leggere il Talmud che uscire a cena. Se non hai una moglie come quella di Thomas Mann, che accettava tutto, è finita”
Io insopportabile? “Ho poco tempo. Mi è mancato cambiare i pannolini ai miei figli, cosa che avrò fatto due volte? No. Quando erano piccoli ero sempre via, dovevo guadagnare per mantenere tutti, pure mia madre che mi ha mollato quando avevo sei anni. Ho buttato la vita? No. Recitare Cyrano, regalare le parole di Rostand al pubblico, è la mia funzione in questo mondo”.
“Ho perdonato mia madre – ha spiegato – e forse non avrei dovuto. Perché l’ho fatto? Avrò letto trentamila libri, una risposta non l’ho trovata. Se fosse qui mi direbbe: ‘Oh madon- na, ancora con ‘sta storia? Sei sano, sei vivo, sei bello, che vuoi di più’”. Forse in me c’è un eccesso di prodigalità. Ho avuto amici orribili che ho cercato di conquistare in ogni modo, prima di capire. Volevo redimerli“.
Sul versante sessuale non si è risparmiato: “Gli Anni 70 a New York sono stati intensi, a noi italiani ci portavano a letto senza manco chiederci il nome. Da single ci ho dato sotto. Come Don Giovanni e ogni seduttore ossessivo lo facevo perché insicuro e bisognoso di conferme. Stavo con una e corteggiavo l’altra al tavolo accanto”.
E poi un episodio: “Da sposato, portai una bella e famosissima attrice in uno splendido hotel in Normandia. Nel momento più romantico, esplose l’intossicazione da ostriche. Sembrava una scena dell’Esorcista. Chiuso in bagno gridai: “Chiama mia moglie, dille che sto per morire!”. Alla radio Aznavour cantava ‘Io sono un istrione’. Scappai”.