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“Se il Congresso avesse un minimo di coraggio, consegnerebbe Trump alla spazzatura della storia”: Bruce Springsteen attacca (di nuovo) il presidente Usa

E poi ancora: "Abbiamo un disperato bisogno di un partito alternativo efficace, o che il Partito Democratico trovi qualcuno che possa parlare alla maggioranza della nazione"

di F. Q.
“Se il Congresso avesse un minimo di coraggio, consegnerebbe Trump alla spazzatura della storia”: Bruce Springsteen attacca (di nuovo) il presidente Usa

Che i rapporti tra Bruce Springsteen e il presidente americano Donald Trump non è un mistero. L’arista durante il suo ultimo tour, che ha toccato anche lo stadio San Siro di Milano, ha attaccato Trump etichettandolo come un violento attacco alla democrazia e alla libertà di espressione. Dal canto suo il presidente americano ha risposto a muso duro insultando l’artista: “È una prugna secca, stia zitto”.

In una recente intervista al Time, Bruce Springsteen è tornato a parlare di Trump: “È la personificazione vivente dello scopo del venticinquesimo emendamento della Costituzione e dell’impeachment. Se il Congresso avesse un minimo di coraggio, lo consegnerebbe alla spazzatura della storia”.

E poi ancora: “Abbiamo un disperato bisogno di un partito alternativo efficace, o che il Partito Democratico trovi qualcuno che possa parlare alla maggioranza della nazione. C’è un problema con il linguaggio che usano e con il modo in cui cercano di raggiungere le persone”.

Infine: “Molte persone hanno creduto alle bugie di Trump. Non gli importa di nessuno dei dimenticati, se non di se stesso e dei multimiliardari che lo hanno sostenuto il giorno dell’insediamento. Bisogna accettare il fatto che un buon numero di americani si sente semplicemente a suo agio con la sua politica di potere e dominio”.

Intanto il 17 ottobre uscirà “Nebraska ’82: Expanded Edition”, un cofanetto che include anche la prima esecuzione dal vivo di Bruce Springsteen di tutto l’album “Nebraska”.

“L’unica cosa che non facemmo con l’album Nebraska fu non suonarlo dal vivo, – ha raccontato Springsteen, durante la presentazione del progetto – quindi il mio primo pensiero, quando si parlava di celebrare il disco, è stato: ci deve essere una performance, bisogna cantare questi brani dall’inizio alla fine. La mia preoccupazione era riuscire a mantenere un po’ dell’inquietudine che aveva il disco. Siamo stati fortunati ad avere con noi i grandi Larry Campbell e Charlie Giordano, che hanno contribuito con un accompagnamento strumentale minimo, e Rob Lebret ha fatto davvero un ottimo lavoro nel mix mantenendo l’integrità del disco a quel livello”.

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