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“Piange come un bambino di 4 anni per un pesciolino rosso”: lo show di Jimmy Kimmel sospeso dopo le sue parole su Trump e la morte di Charlie Kirk

ABC ha deciso di sospendere il programma di Jimmy Kimmel, popolarissimo intrattenitore statunitense, in seguito alle parole pronunciate nel suo intervento di attualità nel corso della puntata di lunedì 15 settembre

di Niccolò Fabbri
“Piange come un bambino di  4 anni per un pesciolino rosso”: lo show di Jimmy Kimmel sospeso dopo le sue parole su Trump e la morte di Charlie Kirk

Il Jimmy Kimmel Live! è stato sospeso: questa è la notizia che arriva dagli Stati Uniti e che torna a riaccendere l’attenzione sui talk show serali americani, finiti nel mirino dei grandi network televisivi. ABC, infatti, ha deciso di sospendere il programma di Jimmy Kimmel, popolarissimo intrattenitore statunitense, in seguito alle parole pronunciate nel suo intervento di attualità nel corso della puntata di lunedì 15 settembre. Il conduttore ha ironizzato sul modo in cui Trump e i suoi fedelissimi hanno strumentalizzato la morte di Charlie Kirk. Mostrando come il presidente degli Stati Uniti, davanti alla domanda di un giornalista su come stesse affrontando il dolore per la scomparsa di Kirk, avesse spostato l’attenzione sui lavori in corso alla Casa Bianca per la ricostruzione di una sala da ballo, Kimmel aveva osservato: “Questo non è il modo in cui un adulto elabora il lutto per l’omicidio di qualcuno che chiama amico, è il modo in cui un bambino di quattro anni piange un pesciolino rosso”.

La decisione di sospendere il programma da parte di ABC è arrivata dopo che due importanti società proprietarie di emittenti locali affiliate alla stessa ABC, Nexstar e Sinclair, avevano deciso di sospendere la messa in onda del Jimmy Kimmel Live!, privando dunque il conduttore della gran parte del pubblico americano. L’immediata presa di posizione di Nextstar sul caso – a proposito dell’intervento di Kimmel la società aveva fatto sapere che “non riflette i nostri valori” – sarebbe legata al timore che il presidente della Federal Communications Commission, Brendan Carr, potesse opporsi alla fusione alla quale la società sta lavorando con Tegna, un gruppo che possiede 64 emittenti di notizie in 51 mercati locali. Inoltre Carr aveva minacciato di revocare le licenze di trasmissione per le emittenti che avessero deciso di continuare a mandare in onda il programma di Kimmel dopo il suo intervento. La notizia della sospensione del Jimmy Kimmel Live! ha fatto immediatamente felice Donald Trump, che ha commentato sul suo social Truth quella che per lui è già una “chiusura definitiva”.

In realtà, a differenza di quanto avverrà nel prossimo maggio con il Late Show di Stephen Colbert, per ora per la trasmissione di Jimmy Kimmel si è decisa solamente una sospensione temporanea, sulla quale al momento c’è la più assoluta incertezza, anche perché il conduttore non pare intenzionato a fare ammenda delle parole pronunciate sull’uccisione di Charlie Kirk. Proprio quando Colbert aveva annunciato nel mese di luglio la chiusura del proprio programma, in onda su CBS ed ereditato da David Letterman, Trump aveva profetizzato che il prossimo conduttore a perdere il posto di lavoro sarebbe stato Kimmel. In entrambi i casi, si tratta di programmi che rappresentano delle istituzioni nella tv americana e che ne segnano uno dei tratti più distintivi e identificativi per chi guarda agli Stati Uniti da oltreoceano. Nato nel 2003, il Jimmy Kimmel Live! ha regalato al suo conduttore, da sempre ispiratosi al fondatore del Late Show, una grande popolarità, portandolo a condurrre anche quattro premiazioni degli Oscar, l’ultima delle quali nel 2024.

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