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Stupro di gruppo, dopo la condanna in primo grado i calciatori Mattia Lucarelli e Apolloni ora trattano per risarcire la vittima

Il figlio di Cristiano e il compagno di squadra erano stati condannati a 3 anni e 7 mesi. Adesso è iniziato il processo d'appello e la difesa ha proposto un risarcimento, "pur riconoscendo soltanto di aver avuto un comportamento 'inappropriato'"
Stupro di gruppo, dopo la condanna in primo grado i calciatori Mattia Lucarelli e Apolloni ora trattano per risarcire la vittima
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Mattia Lucarelli, figlio dell’ex attaccante Cristiano, e Federico Apolloni – insieme ad altri tre loro amici – adesso trattano per risarcire la studentessa americana. È quanto emerso nel processo d’appello, in abbreviato, che si è aperto a Milano ieri – 16 settembre – ed è stato rinviato al prossimo 15 dicembre: i giovani calciatori sono già stati condannati in primo grado per violenza sessuale di gruppo. Come è stato riferito da fonti legali, pur respingendo le accuse e riconoscendo soltanto di aver avuto un comportamento “inappropriato” e di aver usato un “linguaggio volgare”, i due calciatori, condannati dal gup Roberto Crepaldi a 3 anni e 7 mesi, stanno proponendo un risarcimento alla ragazza da versare in solido con i loro coimputati, ai quali – in primo grado – sono stati inflitti 2 anni e 8 mesi di reclusione a uno e 2 anni e 5 mesi agli altri due. Prima della condanna a giugno 2024, i due giocatori erano finiti agli arresti domiciliari nel gennaio 2023 e nel giugno successivo furono rimessi in libertà.

Secondo l’indagine della Procura milanese il fatto in questione risale alla notte tra il 26 e il 27 marzo 2022. Allora la studentessa aveva 22 anni e aveva incontrati i due calciatori e i loro amici fuori dalla discoteca Il Gattopardo, in zona Sempione a Milano. La ragazza era salita in auto chiedendo di essere portata a casa, ma i cinque l’avevano portata nell’abitazione di Mattia, il calciatore figlio di Cristiano Lucarelli.

Nelle motivazioni della sentenza con cui il 12 giugno 2024, al termine del processo con rito abbreviato, ha condannato a 3 anni e 7 mesi i calciatori Mattia Lucarelli (figlio Cristiano Lucarelli) e Federico Apolloni, il giudice dell’udienza preliminare scriveva: “Non si è trattato di un disinteressato momento di goliardia tra ragazzi giovani che hanno appena trascorso una serata in discoteca, ma di una vera e propria azione collettiva, volta a carpire il consenso della persona offesa ad atti sessuali con il maggior numero di loro, nonostante la piena consapevolezza dello stato di alterazione della persona offesa”.

Nel provvedimento si sottolineava come “la persona offesa fosse palesemente ubriaca e gli imputati ne fossero perfettamente a conoscenza” come dimostrano anche “alcuni frammenti dei video, dai quali i ragazzi ironizzano sulla serata trascorsa e sulla sua condizione”. Il giudice aveva sottolineato, inoltre, come “nessuno dei presenti ha espresso la volontà di dissociarsi dall’intento”. A complicare il quadro indiziario dei due calciatori del Livorno e degli altri tre indagati c’erano anche le immagini trovate sui cellulari della vittima e dei presunti autori. “Se questa chiama la polizia c’inc… tutti”, diceva Federico Apolloni mentre erano nella casa in centro a Milano. “Qui parte lo stupro“, esclamava in un altro video uno degli amici di Mattia Lucarelli.

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