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“Non sono una che butta via i soldi ma quando avevo già venduto 40 milioni di copie sono rimasta senza niente… Un giorno farò i nomi”: parla Laura Pausini

di F. Q.
“Non sono una che butta via i soldi ma quando avevo già venduto 40 milioni di copie sono rimasta senza niente… Un giorno farò i nomi”: parla Laura Pausini

È stata protagonista de Il Tempo delle Donne, la rassegna del Corriere della Sera, con un lunga intervista. Stiamo parlando di Laura Pausini che ha toccato vari argomenti, a cominciare da un rapporto non sempre idilliaco con il settore musicale: “Non sono una che butta via i soldi, ma quando avevo già venduto 40 milioni di copie sono rimasta senza niente e sono dovuta ripartire da zero (…). Un giorno quando sarò saggia come Ornella Vanoni farò i nomi… È stato bello tosto, ma nel mondo della musica può accadere a tutti”.

Una carriera longeva, quella della cantante conosciuta e apprezzata nel mondo. Una carriera che, come lei stessa ha spiegato, non può prescindere dalla fortuna: “Mia mamma mi dice sempre di non parlare di fortuna, perché è lavoro duro, ma è così: sono stata anche fortunata… A 16-17 anni partecipai a un concorso che metteva in palio la partecipazione a Sanremo Giovani: lo vinsi, ma non mi chiamarono. Il mio babbo era isterico e voleva denunciare l’ingiustizia al Maurizio Costanzo Show, ma in realtà andò bene così: non avevo la canzone, non avevo ancora ‘La solitudine‘. E, ragazzi, la canzone è tutto”. Difficile darle torto.

Dal successo in Europa e nel mondo, ai tanti aneddoti e fino al rapporto con il suo corpo: “Quando mi riguardo noto che mi ero fasciata il seno per sembrare più magra, all’epoca le donne considerate belle erano così, poi per fortuna è arrivata Kim Kardashian. Mi sono sempre molto coperta perché volevo solo pensare a quello che dicevo cantando e poi avevo questa paura di non piacere agli uomini che piacevano a me… Questa alla fine è anche una conquista dell’età: ho dovuto aspettare di avere 40 anni per scoprire di sentirmi più carina di come mi sentissi da adolescente”.

La cosa di cui è più orgogliosa? Paola Carta, la figlia: “Mi ha cambiata e rilanciata. Quando era appena nata, avevo accettato di fare The Voice in Messico e mi stavo convincendo che la tv sarebbe stato il mio futuro, per fare una vita più stanziale. Invece è lei che mi sprona a non fermarmi, come quando ero in dubbio se accettare o meno l’invito alla cerimonia degli Oscar per starle vicino, e faccio più cose di prima. Mi ha fatto sentire più forte, anche fisicamente, mi ha dato energia. E ha capito che se mi fermo sono infelice: forse ha bisogno di vedermi in movimento per sentirsi ispirata”.

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