Televisione

“La menopausa è una schifezza, la patata si secca e non dormi più. Con la pancreatite ho perso 6 chili, sembro un ragno schiacciato”: l’ironia di Luciana Littizzetto

La comica e attrice si racconta a "Verissimo" tra i sintomi della menopausa e la convalescenza dalla pancreatite che l'ha colpita lo scorso febbraio

di F. Q.
“La menopausa è una schifezza, la patata si secca e non dormi più. Con la pancreatite ho perso 6 chili, sembro un ragno schiacciato”: l’ironia di Luciana Littizzetto

“La menopausa? È una schifezza, ha 72 sintomi”. Parola di Luciana Littizzetto che si racconta a Verissimo nella puntata in onda su Canale 5 il 13 settembre. La comica e attrice elenca alcuni di questi sintomi: “I capelli sono più fragili, la pelle è sottile, non dormi, poi sei rincog**onita, non ti ricordi più niente, ti rimangono le parole sulla lingua. Non sai neanche più come si chiama Mattarella. Una schifezza. Poi, le caldane. E la patata che si secca“.

Luciana Littizzetto, però, ne parla per far sentire meno sole altre donne che stanno attraversando questa fase: “Sembra che arrivati alla mia età sia la fine di tutto, che non ci siano più sogni, futuro, progetti. Come se la felicità fosse appannaggio della giovinezza, invece la felicità ce l’abbiamo anche noi 60enni. Dobbiamo trovare un modo per essere vive da vive“.

A proposito di salute l’attrice ricorda anche la pancreatite acuta dei mesi scorsi: “Fa questo effetto qua, ti dimagrisce. Sono stata abbastanza male. È una cosa molto impegnativa. Ci vuole un po’ di tempo, poi ci si riprende. Però si dimagrisce un sacco. Ho perso cinque, sei chili. Su di me che già ero un ragno… adesso sono un ragno schiacciato”.

Nel corso dell’intervista “Lucianina” parla dei due figli adottivi: Jordan e Vanessa. Se loro hanno ormai lasciato il nido perché lavorano, in casa c’è Svetlana, ragazza della Bielorussia. Del suo ruolo di mamma, Littizzetto dice: “Io cucino. Sono una mamma un po’ guardiana e un po’ rompiscatole, cerco di proteggerli”. I due figli sono arrivati da lei con “ferite potenti che non si rimarginano”, inclusa quella dell’abbandono. C’è però una bella notizia da festeggiare: “Adesso hanno anche il mio cognome, questo mi fa molto piacere”.

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