Mentre le barche cariche di aiuti in partenza dalla Sicilia si uniscono alla rotta della Global Sumud Flotilla diretta a Gaza, al circolo Cap, fuori dai varchi del porto di Genova, un migliaio di persone hanno partecipato ieri sera all’assemblea per pianificare scioperi e blocchi in risposta a eventuali azioni che Israele dovesse intraprendere contro la missione umanitaria. L’assemblea, promossa dai portuali del Collettivo autonomo dei lavoratori portuali (Calp) insieme alla Global Sumud Flotilla, a Music for Peace e all’Unione sindacale di base (Usb), ha visto la partecipazione di studenti, lavoratori, movimenti sociali e realtà solidali anche in collegamento da diverse città d’Italia.
Lo strumento proposto dall’Usb per organizzare la mobilitazione è quello dello sciopero generale, proclamato dalla sigla sindacale per il 22 settembre con tre obiettivi: “Difendere la Flotilla, fermare il genocidio a Gaza e l’economia di guerra”. “Serviva uno strumento che consentisse a quante più persone possibile di astenersi dal lavoro in ogni categoria”, spiega il sindacalista Guido Lutrario, “per questo abbiamo ipotizzato quella data per consentire a tutte le sigle sindacali di convergere e riuscire efficacemente a bloccare i porti e la circolazione”. L’obiettivo di “paralizzare il Paese” è finalizzato, dicono, a costringere il governo a prendere una posizione netta, ribadisce Francesco Staccioli: “Interrompere qualsiasi relazione con Israele fino a quando non ferma il genocidio in atto”.
Qualora la situazione dovesse precipitare e il governo israeliano ostacolasse l’arrivo della Flotilla a Gaza nei giorni immediatamente precedenti il 22 settembre, lo sciopero generale potrà essere anticipato. Una prerogativa richiamata all’art. 2, comma 7, della legge 146/1990, che consente l’astensione senza preavviso in caso di gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza di lavoratori e cittadini. Da Siracusa è arrivato anche il videomessaggio di José Nivoi del Calp, “pronto a salpare”, probabilmente nella giornata di domani, insieme agli equipaggi che si uniranno alla flotta già in movimento da Tunisi.
“Quello in corso non è il primo genocidio a cui assiste la storia dell’umanità”, ha aggiunto in un contributo video Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati da Israele. “Non è vero che la Shoah è stata possibile perché non si sapeva, è stata possibile perché, nonostante fosse noto quello che stava avvenendo, c’è stata indifferenza. Questa è la prima volta che si sta sollevando un movimento internazionale per fermare un genocidio in corso, per questo è fondamentale la partecipazione di tutti per invertire rotta finché si è in tempo”. Al termine dell’assemblea, intorno a mezzanotte, i portuali genovesi hanno guidato un corteo estemporaneo verso la sede della compagnia navale israeliana Zim, contestata con un breve lancio di torce.