L’ultimo contatto quattro mesi fa, a maggio, quando Giorgio Armani ha inviato a Ennio Buonomo, uno dei proprietari dei Cantieri Codecasa, un messaggio per i duecento anni della nota azienda di Viareggio. Che suona quasi come un testamento autobiografico. Scrisse Armani: “Il mare è una passione che nutro da sempre e quella casa per solcarne le acque, una fantasia che grazie ai Cantieri Codecasa ho potuto realizzare – con le mie ultime due imbarcazioni – esattamente come l’avevo desiderata. Ho sempre voluto uno yacht che fosse una presenza discreta sulle onde, uno scrigno sobrio, avanzato nelle tecnologie e prezioso negli interni… ma senza ostentazioni”.
E nei Cantieri Codecasa e nel loro ingegno produttivo, Armani rinviene uno specchio della filosofia della sua azienda per cui uno yacht è paragonato ad un vestito. Scriveva Armani, nel maggio scorso: “Non mi sorprende che i Cantieri Codecasa festeggino 200 anni di attività, l’attenzione e la cura che li contraddistinguono sono esemplari. Lavorare con loro, per usare una metafora a me vicina, è stato come costruire su misura un abito di alta moda. Con queste mie parole voglio celebrare la perizia e l’industriosità di un’azienda importante. Il loro saper fare, la capacità di unire la modernità a un saper fare antico, l’attenzione ineccepibile rivolta ai committenti”.
Codecasa ha costruito a Armani due barche. Mariu di 50 metri nel 2003 e Main, 65 metri, nel 2008. Entrambe le barche dedicate alla mamma Maria. Di lei Armani a Vogue, nel 2020, ha raccontato: “Era una donna molto bella. Prima della guerra vestiva quasi sempre di grigio: abiti a girocollo, di lana molto leggera, e giacche da uomo, le giacche quadrettate degli anni 40. Aveva un aspetto molto sciolto”. E Mariu e Main sono i vezzeggiativi con cui lo stilista era solito chiamare la mamma.
Mariu riflette, è stato scritto, il tipico stile Armani: ampi parquet in teak, un legno tropicale molto duro, pannelli di rovere sbiancato, saloni a pianta aperta, cabine minimaliste. Il suo secondo yacht, il 65 metri “Maìn”, è stato costruito nel 2008 ed è ormeggiato al porto di La Spezia, strategico per lo stilista che poteva navigare da lì tra le sue residenze a Saint-Tropez e all’isola di Pantelleria.
Buonomo che lo ricorda come “una persona stupenda”, racconta che Armani “metteva bocca in tutto” e dalla sua casa di Forte dei Marmi andava spesso a Viareggio per controllare tutti i passaggi di costruzione dello yacht: “Passavamo le domeniche spesso insieme in cantiere. Era attento ad ogni dettaglio. Era come se disegnasse un abito”, conclude Buonomo.