L’amore secondo Giorgio Armani, morto oggi 4 settembre? Senza confini. Lo stilista ha raccontato diversi aspetti privati della sua vita in una intervista lo scorso anno su Il Corriere della Sera: “La mia prima volta fu con una ragazza bruttina, il mio primo amore maschile fu sotto un capannone sulla spiaggia di Misano Mare. Non facevo differenze tra uomo e donna Era un’attrazione che sentivo, una cosa bellissima”.
“La mia prima volta in effetti non era il massimo però mi aiutava quando ero alla cattedra interrogato. – ha spiegato – Lei dal banco mi suggeriva, perché risulterebbe che io fossi un po’ asino… Una mia compagna di classe fu intervistata e disse proprio che ‘il signor Armani era un vero asino’. Mi ferì moltissimo. Non era carino dirlo”.
Sul primo amore maschile ha approfondito: “Non ho mai parlato di questo. (Armani resta a lungo in silenzio, ndr). Fu sotto un capannone sulla spiaggia di Misano Mare, alle 5 del pomeriggio, quando tutti i ragazzi della colonia venivano ricoverati sulla spiaggia per rilassarsi.
Io ero in un gruppo di ragazzi, di bambini, e c’era un responsabile, un giovane uomo, che mi ispirò subito un sentimento d’amore. Non ho ben realizzato questa cosa, non le ho dato seguito. Ma da lì in avanti la mia vita cominciò, in un altro modo. Non ne ero conscio, non capivo cos’era, non facevo differenze tra uomo e donna. Era un’attrazione che sentivo, una cosa bellissima: non vedevi l’ora di stargli vicino, di farmi accarezzare… Una grande emozione. Queste cose non le ho mai dette a nessuno. È un ricordo molto emozionante”.
L’incontro con Sergio Galeotti? “Ci siamo conosciuti vicino alla Capannina, in Versilia, dov’ero in vacanza per due giorni. Incrociai Sergio in macchina, mi piacque subito il suo sorriso toscano, e diventammo subito amici. Mi diede coraggio, fiducia. Mi disse: tu hai un potenziale importante. Sergio aveva visto i miei vestiti, si era reso conto che potevo arrivare più lontano. Allora il mondo della moda a Milano era gestito da persone un po’ adulte. Io ero giovane, avevo stimoli diversi”.
Poi la morte di Galeotti nel 1985 a soli 40 anni: “Morì una parte di me. Devo dire che mi complimento un po’ con me stesso, perché ho retto a un dolore fortissimo. Un anno tra un ospedale e l’altro, io per non ferirlo ho continuato a lavorare, gli portavo le foto delle sfilate, negli ultimi tempi vedevo le lacrime ai suoi occhi. Fu un momento estremamente difficile, che ho dovuto superare anche contro l’opinione pubblica. Sentivo dire: Armani non è più lui, sarà sopraffatto dal dolore, non ce la farà da solo… Anche per questo, a chi mi chiedeva una partecipazione nella Giorgio Armani, rispondevo: no, grazie, ce la faccio da solo”.