Jo Squillo è reduce dalla presentazione del docufilm “I mille volti del femminicidio”, che si è tenuta giovedì 28 agosto allo Spazio della Regione del Veneto all’Hotel Excelsior, al Lido di Venezia, in occasione della 82esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. L’attivista Jo Squillo, Fondatrice di Wall of Dolls e la giornalista Francesca Carollo, Presidente della Onlus, “puntano il faro sui mille volti della violenza, con l’obiettivo di raggiungere, tramite la diffusione del docufilm delle scuole, ai convegni e nelle manifestazioni di piazza, più uomini e donne possibili”.
La cantante si è anche raccontata in una intervista a Il Corriere della Sera, rivelando di vivere con la figlia elettiva Michelle Masullo. “Con la maternità avevo chiuso. – ha ricordato la Squillo – Avevo provato un’inseminazione artificiale ma non andò in porto. La ginecologa mi disse in modo molto brusco che non avrei mai potuto avere figli. Ho accettato il mio destino. Nell’adozione non mi sono cimentata perché c’è un’ingiustizia incredibile e una burocrazia senza senso“.
Poi l’arrivo di Michelle: “Poco dopo la morte dei miei genitori. Stavo e sto malissimo (si commuove, ndr), mia sorella dice che devo andare in terapia… Avevo un mio spazio di moda dentro il programma Rai ‘Detto Fatto’. Lei mi faceva da modella. Lavorava sodo, andava avanti e indietro dal Friuli per due soldi, mi sono rivista molto in lei. L’accompagnavo in stazione, all’ostello… Adesso viviamo insieme. La prima volta che mi ha chiamata mamma, dopo un mese che stava da me, mi sono arrabbiata moltissimo. Non ero pronta. Ma lei non ha desistito, mi ha fatto capire che c’era per me questa possibilità… È un amore incredibile il nostro”.
I rapporti con la madre vera non sono stati facili: “C’è stata una rottura tra loro. Adesso Michelle sta capendo l’importanza di un buon rapporto anche con la sua mamma biologica. La camomilla con la melatonina è il nostro rito serale. E le coccole la mattina. Con lei mi sono concessa di essere tenera“.
Sul versante musicale la Squillo non ha dubbi: “Sono una outsider. È una scelta e l’ho pagata molto cara. Sono trent’anni che non mi fanno cantare in televisione. E di canzoni ne ho incise almeno 150. Il problema è che non passano in radio. Penso che sia una vergogna che nelle radio ci sia un tale conflitto di interessi. È tutto lo stesso sistema: etichette, radio, concerti. Per entrare nel circuito devi pagare. Neanche Siamo donne era passata in radio, per dire”.
