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“Ho schiacciato un brufolo nel ‘triangolo della morte’ e ho rischiato la vita”. Che cos’è e il monito degli esperti: “Non fatelo, può essere letale”

Il brufolo di Lish Marie si trovava in un punto delicato, quello che i dermatologi chiamano il "triangolo della morte", ovvero appena sotto la narice, sede dove piuttosto comunemente si possono formare brufoli.

di F. Q.
“Ho schiacciato un brufolo nel ‘triangolo della morte’ e ho rischiato la vita”. Che cos’è e il monito degli esperti: “Non fatelo, può essere letale”

Lish Marie, mamma di tre figli, è finita al pronto soccorso dopo essersi semplicemente schiacciata un brufolo sul viso. Un’esagerazione? A quanto pare no, perché il brufolo si trovava in un punto delicato, quello che i dermatologi chiamano il “triangolo della morte”, ovvero appena sotto la narice, sede dove piuttosto comunemente si possono formare brufoli. Una leggerezza che avrebbe potuto ucciderla.

Nel giro di quattro ore la situazione “è peggiorata”, ha detto, con il lato del viso corrispondente alla narice interessata che si è gonfiato così tanto che quando ha cercato di sorridere ci è riuscita solo con l’altra metà del volto. I medici le hanno dovuto prescrivere ben 4 farmaci diversi per curare l’infezione.

Ma perché il “triangolo della morte” è così pericoloso? Un brufolo schiacciato lì può rilasciare batteri che possono arrivare al cervello, causando infezioni potenzialmente letali. Come riporta il New York Post i dermatologi avvertono: “Schiacciare i brufoli al centro del viso può essere particolarmente pericoloso. L’area del viso che va dal dorso del naso fino agli angoli della bocca presenta vene che si collegano direttamente al cervello tramite un vaso sanguigno chiamato seno cavernoso”. Quando si schiaccia un brufolo in quel punto, si lascia una piccola ferita aperta attraverso la quale i batteri (ad esempio quelli delle mani o dell’aria) possono entrare nel flusso sanguigno. Questo può causare un’infezione, che può poi essere trasportata al cervello. Le complicazioni possono includere cecità, ictus, paralisi e persino la morte.

A Lish è andata molto bene: 24 ore dopo stava meglio, anche se ha notato che il suo sorriso era ancora un po’ “storto”, e tre giorni dopo era “tornata al 100% alla normalità”.

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