Beauty e Benessere

“Attenzione a questi sieri per le ciglia: possono cambiarvi il colore degli occhi e rendere ciechi. Sembravano fantastici, poi ho dovuto operarmi due volte”. Il monito della dottoressa Mahmood

Nati da un farmaco per il glaucoma, molti sieri contengono analoghi delle prostaglandine (PGA) che possono causare effetti collaterali gravi, dalla perdita di grasso periorbitale fino alla ptosi palpebrale

di F. Q.

Sono diventati l’alternativa apparentemente più sicura ed economica alle extension, una promessa di ciglia lunghe, scure e folte racchiusa in una boccetta. Ma dietro il boom dei sieri per la crescita delle ciglia, che spopolano sui social, si nasconde un lato oscuro che esperti e medici stanno portando alla luce: molti di questi prodotti contengono potenti ingredienti farmaceutici che possono causare effetti collaterali gravi e, in alcuni casi, permanenti.

L’ingrediente “incriminato” è una classe di composti noti come analoghi delle prostaglandine (PGA). Gli esperti avvertono che, sebbene efficaci nello stimolare la crescita delle ciglia, questi principi attivi possono provocare una serie di problemi preoccupanti:

  • Cambiamento permanente del colore dell’iride, in particolare trasformando occhi chiari (azzurri o verdi) in marroni.
  • Perdita di grasso intorno agli occhi, che crea un aspetto “incavato” e invecchiato.
  • Iperpigmentazione (scurimento) della pelle delle palpebre.
  • Ptosi palpebrale, ovvero un abbassamento della palpebra superiore che può richiedere un intervento chirurgico correttivo.
  • Irritazione, bruciore e crescita di peli superflui nelle zone in cui il siero cola.

La storia di come questi farmaci siano finiti nei prodotti di bellezza è emblematica: oltre vent’anni fa, un tipo di PGA – il bimatoprost – fu approvato per trattare il glaucoma. I medici notarono un curioso effetto collaterale: i pazienti sviluppavano ciglia visibilmente più lunghe, folte e scure. Questa scoperta portò, nel 2008, all’approvazione da parte della FDA americana del farmaco Latisse (a base di bimatoprost) per trattare l’ipotricosi delle ciglia. Tuttavia, mentre il Latisse rimane un farmaco da prescrizione, molte aziende cosmetiche hanno iniziato a inserire nei loro sieri da banco altri tipi di PGA, aggirando le normative più stringenti. Un’indagine governativa nel Regno Unito ha rivelato che quasi un siero per ciglia su quattro venduto nel paese contiene questi ingredienti potenzialmente dannosi. La stessa FDA ha avvertito che qualsiasi cosmetico con PGA che promette una crescita dovrebbe essere trattato come un farmaco, non come un prodotto di bellezza.

A rendere ancora più concreto il pericolo è la testimonianza della dottoressa Mahmood, una chirurga plastica di New York che ha provato uno di questi sieri sulla propria pelle. “Questo è l’unico prodotto per la cura della pelle che non consiglierei mai a nessun paziente“, ha dichiarato in un video su Instagram. Dopo aver usato il siero per due mesi, le sue ciglia erano “le più belle che avesse mai avuto”. Ma pochi giorni dopo, ha notato che uno dei suoi occhi sporgeva fuori dall’orbita ed era significativamente più grande dell’altro. Dopo due risonanze magnetiche, i medici hanno scoperto che il siero aveva assottigliato i muscoli della palpebra superiore, causandone la caduta. L’altro occhio aveva iniziato a sporgere per compensare la perdita di visione. Per correggere il danno, ha dovuto subire due interventi chirurgici: “Anche se le vostre ciglia sembrano fantastiche per un paio di mesi o anni, siete ad altissimo rischio che questo accada. Per favore, state attente”, è il suo appello.

Gli esperti consigliano ai consumatori di essere estremamente vigili. Il primo passo è controllare la lista degli ingredienti e stare alla larga da qualsiasi prodotto che contenga un nome che termina in “-prost“. Le alternative a base di peptidi sono considerate più sicure, anche se, avvertono gli esperti, ci sono poche prove scientifiche sulla loro reale efficacia. La promessa di uno sguardo da cerbiatta, insomma, potrebbe nascondere un rischio che non vale la pena correre.

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