Un video su TikTok, una stanza fatiscente e uno stipendio ritenuto troppo basso. Bastano questi tre elementi per scatenare un dibattito nazionale che va ben oltre il singolo caso e che, da ultimo, ha visto intervenire anche l’attore comico Luca Bizzarri. Protagonista è Gilberto Contadin, un 21enne romano che ha denunciato sui social di aver rifiutato un lavoro come animatore in un albergo di Rimini perché sottopagato e con un alloggio inadeguato.
Ma andiamo con ordine. Tutto parte dalla denuncia virale di Contadin: l’agenzia per cui avrebbe dovuto lavorare, la Servipan Italia, tramite il suo procuratore Antonio Cafarelli ha ammesso che il compenso sarebbe stato di 1.300 euro, inclusi però vitto e alloggio. Una cifra che, a seconda dei punti di vista, può sembrare adeguata o insufficiente. La presidente degli albergatori di Rimini, Patrizia Rinaldis, ha provato a mediare: “La verità sta nel mezzo e ci sono altre situazioni lavorative più gravi. Diciamo che fare l’animatore è anche parecchio divertente”.
A infiammare il dibattito nelle ultime ore è stato però l’intervento di Luca Bizzarri. Prima con un commento infelice su X (“Com’eravamo ingenui noi che appena arrivati avevamo solo una richiesta: ‘C’è f…?”), che ha scatenato un’ondata di critiche. Poi, in un’intervista all’AdnKronos e in un video su TikTok, ha articolato il suo pensiero, spiegando che si trattava di una critica generazionale: “I giovani di oggi pensano che i problemi si risolvano su Tik Tok ma non è così“, ha dichiarato, definendoli “mitomani“. Ma la sua non è un’accusa rivolta ai ragazzi, bensì un mea culpa della sua stessa generazione: “Sono di una generazione che si accontentava, dopo quelle che cercavano di cambiare il mondo. È stata la peggiore della storia, peggiori figli, peggiori genitori. E ha tirato su dei mitomani”. Quindi ha concluso rincarando la dose: “I nostri padri hanno provato a cambiare il mondo, i nostri nonni hanno fatto la Resistenza e noi? Bastava che non rompessimo i coglioni, tanto che il massimo della lotta sociale fatta dalla mia generazione è stato fare i paninari. E così ci ritroviamo questi giovani”.