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“Corona mi ha filmato di nascosto con una telecamera nel cappellino, rubando le chat”: colpo di scena nel caso Raoul Bova, Monzino ritratta e cambia versione

In un'intervista al Corriere della Sera, il 29enne rampollo milanese fornisce una nuova, dettagliata ricostruzione dei fatti. Ammette di aver inviato volontariamente gli audio a Corona per "far diventare famosa Martina", ma sostiene che le chat scritte siano state sottratte senza il suo consenso

di Francesco Canino
“Corona mi ha filmato di nascosto con una telecamera nel cappellino, rubando le chat”: colpo di scena nel caso Raoul Bova, Monzino ritratta e cambia versione

Tre settimane dopo lo scoppio del “Bova gate”, Federico Monzino ritratta e fornisce una nuova versione su come Fabrizio Corona avrebbe ottenuto le chat tra Raoul Bova e la modella Martina Ceretti. “Aveva una telecamera nascosta nella visiera del cappellino, con cui si è impossessato delle chat senza il mio consenso”, rivela oggi al Corriere della Sera. Insomma, le cose sarebbero andare diversamente da quanto ha raccontato fino ad oggi: il giovane imprenditore milanese aveva infatti riferito di aver condiviso volontariamente le chat e gli audio con l’ex “re dei paparazzi”, in accordo con la Ceretti. Ora invece svela che una parte del materiale rivelato da Corona nell’ultima puntata di Falsissimo, “è stata acquisita senza il mio permesso”. Un dettaglio che in un primo tempo non avrebbe raccontato nemmeno ai suoi legali, come chiarisce alla giornalista del Corriere che subito gli fa notare come la nuova versione contraddica quella precedente. “A volte, in situazioni di pressione, non è semplice avere subito tutte le informazioni o la lucidità per raccontare l’intera vicenda, con precisione”, replica Monzino che ora vuole mettere sul tavolo tutte le carte.

A questo punto, però, bisogna riavvolgere il nastro per capire che cosa è accaduto all’inizio di luglio, quando l’imprenditore e la Ceretti scrivono a Fabrizio Corona parlandogli di un possibile scoop, “senza mai fare allusioni o riferimenti espliciti alla condivisione di materiale”. Monzino parla di “responsabilità condivise” e dice che il suo ruolo è stato quello di facilitatore, “un ponte tra Martina e Corona, ma senza mai prendere decisioni autonome riguardo al materiale o alla sua diffusione”. A quel punto, che cos’è accaduto? Che Corona va a casa di Monzino – e c’è la conferma anche nella puntata di Falsissimo (per altro ancora visibili su YouTube nonostante gli esposti al Garante della Privacy) – e lì gli avrebbe mostrato chat e audio tra Raoul Bova e Martina Ceretti.

“In quell’occasione, io non ho inviato nulla. Quello che non sapevo è che indossava un cappellino con una telecamera dissimulata nella visiera. E che stava riprendendo tutto, senza una mia esplicita autorizzazione. Cosa di cui mi ha messo al corrente lui stesso con dei messaggi su WhatsApp”, dice oggi Monzino, svelando un dettaglio inedito. “Solo dopo, in una chiamata, mi ha detto che per completare lo scoop e renderlo più scottante mancava l’audio, ‘per fare diventare Martina famosa’ quello che lei inizialmente voleva. Io ho accettato e, la seconda volta che è venuto a casa mia, gli ho inviato in primis l’audio, ma anche le chat in formato registrazione schermo – non come quelle sottratte senza il mio consenso. Diceva che gli servivano per dare maggior credibilità allo scoop”. Questa è ovviamente la versione del rampollo milanese, che poi annuncia di voler sporgere denuncia contro Corona.

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