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“Mamma basta, smettila col cellulare”: bimbo sgrida la madre che scatta troppe foto per i social, la lezione in spiaggia

È diventata virale nelle scorse ore una storia raccontata su Vanity Fair dalla giornalista Alessia Arcolaci

di F. Q.
“Mamma basta, smettila col cellulare”: bimbo sgrida la madre che scatta troppe foto per i social, la lezione in spiaggia

“Mamma basta, smettila col cellulare”. È diventata virale nelle scorse ore una storia raccontata su Vanity Fair da Alessia Arcolaci. La giornalista in vacanza con il figlio piccolo (Leon ndr) nella natia riviera romagnola ha rievocato i momenti classici di una mattina sulle affollate e irrespirabili spiagge dal bagnasciuga zeppo di persone. Ma non è della folla che si lamenta la donna, anzi. Il caos romagnolo sembra piacerle assai. Solo che in mezzo alle signore che camminano per chilometri con l’acqua al ginocchio e i bagnini di rosso vestiti ecco la frase che le fa pensare (e buttare giù due righe da pubblicare): “Mamma basta, smettila col cellulare”.

La frase la pronuncia un bambino dell’età di suo figlio infastidito dalle performance fotografiche della sua mamma. Talmente infastidito da chiederle cortesemente di smetterla. Il tal atteggiamento spinge la Arcolaci a porsi una questione: “Anche a me è capitato di chiedere a mio figlio di fermarsi un attimo, di guardarmi, di sorridere “solo un secondo”. Perché sì, volevo conservare quel momento ma a volte anche fare una bella foto da pubblicare sui social. Ma a chi appartiene davvero quel momento, mi sono chiesta”.

La donna continua: “Cosa gli trasmettiamo con queste richieste continue? Di che cosa li (e ci) priviamo? Sarà per la facilità con cui il cellulare ci permette di archiviare ogni istante della nostra vita ma poi quel momento lo viviamo davvero? O diventa solo un’altra foto nella nostra galleria digitale? E a loro, che in fondo, vorrebbero solo trascorrere un po’ di tempo con noi, senza regole e impegni, cosa comunichiamo?”. Insomma, “forse il compito più difficile, per noi genitori, è accettare che non tutto debba essere documentato, archiviato, ordinato”. La questione dunque ha un cuore: non è necessario documentare fotograficamente a se stessi ogni piccolo attimo di piacere che si prova. Basta affidarsi e fidarsi della propria memoria e dei propri sensi. Sempre che non si viva di gruppi whatsapp e di social. Ma questo (forse) è un altro discorso.

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