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“Addio al Pelé palestinese”: il gelido post dell’Uefa. E Salah protesta: “Si può sapere come, dove e perché è morto Suleiman Obeid?”

L'attaccante egiziano del Liverpool replica al tweet dell'organismo europeo del calcio. E nel dibattito social si aggiunge anche Cantona
“Addio al Pelé palestinese”: il gelido post dell’Uefa. E Salah protesta: “Si può sapere come, dove e perché è morto Suleiman Obeid?”
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“Potreste dirci come, dove e perché è morto?”. Così Momo Salah su X, in risposta al tweet di cordoglio della Uefa sulla morte di Suleiman Obeid, il “Pelè palestinese” ucciso mercoledì da colpi d’arma da fuoco israeliani mentre sperava di ricevere del cibo nel caos della consegna degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Il tweet del massimo organismo calcistico europeo recita: “Addio a Suleiman al-Obeid, il ‘Pelé palestinese’. Un talento che ha dato speranza a innumerevoli bambini, anche nei momenti più bui”.

Un messaggio sintetico che non è piaciuto al talento egiziano. Motivo per cui Salah, calciatore del Liverpool tra i più influenti al mondo, ha optato per una presa di posizione forte. L’attaccante dei Reds, già nell’ottobre 2023, aveva esortato i leader mondiali a intervenire e garantire che gli aiuti umanitari potessero essere consegnati a chi ne aveva bisogno a Gaza, diffondendo un messaggio pubblico dopo la morte di quasi 500 persone in un’esplosione all’ospedale arabo al-Ahli di Gaza City.

Oltre a Salah, anche Eric Cantona si è schierato sulla questione con un post Instagram: “Israele ha appena ucciso la stella della nazionale palestinese Suleiman Al-Obeid mentre aspettava aiuti a Rafah. È stato soprannominato “Il Pelé della Palestina”. PER QUANTO TEMPO ANCORA DOBBIAMO LASCIARLI COMMETTERE QUESTO GENOCIDIO??? PALESTINA LIBERA”.

Obeid è il 321esimo morto del mondo del calcio dall’inizio della guerra

È morto mentre sperava di ricevere del cibo per cercare di sfamare la sua famiglia, come gran parte della popolazione della Striscia, dove ormai le carenze di alimenti e acque uccidono tanto quanto la guerra. In più, quasi ogni giorno l’esercito israeliano spara sulla folla in attesa degli aiuti: quello di Obeid è l’ennesimo caso. Il numero di feriti fra coloro che cercano aiuti e cibo è salito a 11.800 secondo le autorità palestinesi, mentre i morti “per fame” sono stati 193, compresi 96 bambini (dato aggiornato al giorno della morte del calciatore).

Aiuti umanitari che, giusto ricordarlo, riescono ad arrivare col contagocce: secondo i dati pubblici dell’Onu e al suo sistema che tiene traccia di ogni camion di aiuti che entra a Gaza utilizzando codici Qr, tra il 19 maggio e i primi di agosto solo circa il 10% sono arrivati a destinazione. Il resto viene dirottato lungo il tragitto dentro Gaza. Tornando al contesto sportivo, con la morte di Obeid il numero dei decessi di persone appartenente al mondo dello sport è salito a 662 dall’inizio della guerra. Sono invece 321 i morti tra calciatori, allenatori, dirigenti, arbitri e membri del consiglio direttivo dei club. Un dramma nel dramma.

Chi era Suleiman Obeid, il “Pelè palestinese”

Obeid, morto a 41 anni, si è ritirato a fine 2023 e ha collezionato 21 presenze ufficiali in nazionale, condite da due gol tra il 2007 e il 2013. Il suo periodo migliore da calciatore ha coinciso con un periodo molto complicato per il paese e per la storia della nazionale, ma Obeid ha provato da solo a trascinare il movimento verso risultati migliori. Era soprannominato il “Pelè palestinese” ed era noto soprattutto per la sua velocità sul lungo e la freddezza in zona gol. Vinse infatti la Scarpa d’Oro del campionato palestinese per tre stagioni consecutive: nel 2015/16 (17 gol), 2016/17 (15 gol) e 2017/18 (12 gol) con il Gaza Al-Riyadi e poi con il Khadamat Al-Shate’, la squadra della città dove è nato. Nonostante la retrocessione nel 2021/22, Obeid non abbandonò il club, chiudendo la carriera lì a fine 2023.

Nel corso della sua carriera il calciatore ha segnato oltre 100 gol, “diventando una delle stelle più brillanti del calcio palestinese”, come si legge sul sito della Federcalcio palestinese. Obeid segnò il suo primo gol internazionale per la Palestina contro lo Yemen durante il campionato della Federazione calcistica dell’Asia occidentale del 2010. In seguito il calciatore rappresentò la nazionale nelle qualificazioni alla Afc Challenge Cup del 2012 e poi nelle qualificazioni alla Coppa del Mondo Fifa del 2014, ma senza riuscire a ottenere la qualificazione. Una morte che per tanti palestinesi non riguarda soltanto l’aspetto sportivo, ma che assume un valore simbolico: in un contesto di guerra, fame e sofferenza, Obeid ha rappresentato una speranza attraverso lo sport. Stella del calcio palestinese, lascia una moglie e cinque figli (tre ragazzi e due ragazze).

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