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“Mi hanno messo nello stesso letto di Federico Fellini, lui poi è morto”: Leopoldo Mastelloni parla dall’ospedale dopo il ricovero per l’ictus

L'attore al "Corriere della Sera" spiega di sentirsi bene e di non avere fretta di tornare a casa: "Io da qua non mi muovo, voglio fare la riabilitazione fatta bene, a casa sto da solo e non ho nessuno che mi aiuta"

di F. Q.
“Mi hanno messo nello stesso letto di Federico Fellini, lui poi è morto”: Leopoldo Mastelloni parla dall’ospedale dopo il ricovero per l’ictus

“Si è trattato di una leggerissima ischemia, ma poteva essere una cosa più seria, potevo perdere l’uso della favella, potevo avere problemi alle gambe”. Leopoldo Mastelloni parla dal letto d’ospedale del Policlinico Umberto I di Roma nel quale è ricoverato dopo l’ictus di qualche giorno fa. Intervistato dal Corriere della Sera l’attore napoletano rivela di essere “stato messo nella stessa stanza, e nello stesso letto di Federico Fellini, quando fu ricoverato qui, anche lui per un ictus. Eh, lui poi è morto, purtroppo […] Stanotte, tra sonno e veglia ho immaginato che Giulietta (moglie del regista, ndr) si avvicinava e mi diceva: ‘Leopo’ mi dispiace ma mo’ devi venire pure tu con noi'”.

Al giornale racconta i momenti del malore: “Mi girava la testa. Poi sono caduto a terra e non riuscivo a rialzarmi, a fatica ho preso il telefono e ho chiamato una mia amica che mi ha detto di telefonare al 118. Sono arrivati e mi hanno portato al Policlinico”. Mastelloni dice di sentirsi bene: “Sono stato fortunato […] Non so dirle molto su cosa succederà adesso. So solo che cammino, parlo, ho qualche problema al polso sinistro e posso ancora avere qualche sbandamento”.

L’attore ottantenne non ha fretta di ritornare a casa: “Io da qua non mi muovo, voglio fare la riabilitazione fatta bene, a casa sto da solo e non ho nessuno che mi aiuta. Pure per fare la spesa e le piccole cose. Ma soprattutto spero di rimettermi per seguire l’uscita del mio libro (“Tutti fan così. Oltre il teatro…”, ndr), ci tengo assai, è un libro di quasi 450 pagine, non costa molto, ed è pieno di tutto quello che ho vissuto, dei personaggi che ho incontrato, delle storie di arti e artisti”. Mastelloni ringrazia tutti coloro che gli hanno mostrato vicinanza appena saputa la notizia del ricovero, ma ne approfitta per togliersi qualche sassolino: “Mi scoccio un po’ di quelli che non si fanno sentire per anni e poi mi chiamano e mi chiedono: ‘Ma che ti è successo’? Non sempre rispondo al telefono, quando lo faccio e mi chiedono ‘come stai?’, io rispondo con Ungaretti, ‘Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie'”.

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