“Non esiste alcun divieto nazionale al topless, e dal 1978 non è più considerato un atto contro la pubblica decenza”. Questa la risposta che Raffaella, attivista per i diritti civili e dirigente provinciale di Udine del partito Possibile, ha dato al bagnino che la invitava a coprirsi il seno dopo essere uscita dall’acqua. I fatti risalgono a lunedì scorso in un lido attrezzato di Castellaneta Marina, provincia di Taranto, e a raccogliere la testimonianza della donna è Fanpage.
“Mi ha detto: ‘Devo chiederle di coprirsi’, senza neanche guardarmi in faccia“, fa sapere Raffaella, che però conoscendo la normativa è stata in grado di replicare anche quando il bagnino ha parlato di “lido privato”: “Il tratto di spiaggia è un bene demaniale con uso pubblico, quindi non possono imporre regole arbitrarie che violano i diritti individuali”. La donna per questo non si è coperta e rivendica il proprio gesto denunciando il clima che oggi si respira a proposito di questioni legati alla fisicità, specialmente femminile: “Sento che c’è un clima che legittima sempre più spesso atteggiamenti restrittivi e discriminatori, soprattutto verso i corpi femminili e le identità non conformi […] Il chiedermi di coprirmi è frutto della sessualizzazione del corpo femminile, un riflesso che colpisce solo le donne. A nessun uomo è mai stato chiesto di coprirsi in spiaggia“. E conclude lanciando un messaggio indirizzato a tutti: “Vorrei che tutte le persone, donne e non solo, si sentissero libere di vivere il proprio corpo senza vergogna, senza pressioni. In spiaggia ci si deve poter sentire a proprio agio, non giudicate. E soprattutto è importante sapere che non esiste alcuna normativa che vieta il topless. Il diritto c’è, bisogna solo rivendicarlo”.