In queste ore la famiglia di Ozzy Osbourne si è stretta attorno all’artista 76 morto e malato da tempo del morbo di Parkinson. Sono stati proprio i famigliari a diffondere la notizia: “È con una tristezza che le parole non possono esprimere che dobbiamo annunciare che il nostro amato Ozzy Osbourne è mancato questa mattina (ieri, ndr). Era con la sua famiglia, circondato dall’amore. Chiediamo a tutti di rispettare la privacy della nostra famiglia in questo momento”.
I tabloid inglesi però hanno riportato in queste ore le parole della figlia Kelly – come specifica il Daily Mail – che, qualche giorno prima della morte dell’artista, ha reagito furiosamente alle accuse secondo cui avrebbe stretto un “patto suicida” con la madre Sharon. In quell’occasione disse anche: “Mio padre non sta morendo”. Poi è andata come tutti purtroppo sappiamo.
Del resto la stessa Sharon aveva avanzato per la prima volta la richiesta di eutanasia nel 2017, sostenendo che la coppia, dopo quattro decenni, era “giunta alla stessa decisione” di recarsi in Svizzera in caso di malattia incurabile.
In una dichiarazione al Mirror aveva detto: “Io e Ozzy siamo assolutamente giunti alla stessa decisione. Crediamo fermamente nell’eutanasia, quindi abbiamo predisposto un piano per il suicidio assistito in Svizzera se mai dovessimo avere una malattia che colpisce il cervello. Se io o Ozzy dovessimo mai ammalarci di Alzheimer, è finita: saremmo fuori dai giochi”.
Nel podcast The Osbournes del 2023, Sharon ha riconfermato che l’eutanasia era “ancora un piano”. L’argomento era già stato sollevato in passato, con Ozzy che nel 2014 aveva dichiarato che il suicidio assistito sarebbe stata un’opzione in caso di “condizioni potenzialmente letali”.
Ecco perché si erano rincorse le voci, in queste ore, che Osbourne fosse ricorso all’eutanasia. Da qui la secca smentita di Kelly.