Milano, il sindaco Sala resta in sella e si difende in Consiglio: “Le mie mani sono pulite, ho agito per i cittadini”. Poi l’assessore Tancredi si dimette
Giuseppe Sala tira dritto. Nessun passo indietro, il sindaco di Milano resta in sella nonostante il terremoto provocato dalle inchieste sull’urbanistica nel capoluogo lombardo dove anche lui risulta tra gli indagati. Non si dimette e rilancia, con tanto di riferimenti – quasi spericolati – a Tangentopoli: “Non esiste una singola azione che possa essere attribuita a mio vantaggio, le mie mani sono pulite“, afferma nelle sue comunicazioni in Consiglio comunale dove lancia anche un altro messaggio: “Giustizia e politica devono occuparsi di ambiti diversi“. Subito dopo prende la parola il suo assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi che annuncia, invece, di avere già rassegnato le dimissioni. “Giungo a questa decisione, profondamente sofferta, perché ritengo sia la migliore“, ha detto l’ormai ex assessore durante il suo intervento. La sua posizione nell’inchiesta è più complessa: per lui la Procura di Milano ha chiesto gli arresti domiciliari. “Oltre che amareggiato per questa inchiesta e per il lavoro che non potrò portare a termine, sono sconfortato e molto deluso per quella che in questi giorni è stata la posizione espressa da alcune forze di maggioranza di questa città”, afferma in un passaggio del suo discorso. Il riferimento è evidentemente al Pd che ha chiesto le sue dimissioni prendendo, invece, da subito le difese del sindaco Sala. Nelle dichiarazioni di Sala non c’è però nessun riferimento ai conflitti di interesse nel sistema dell’urbanistica milanese, questione centrale della maxi-indagine della Procura di Milano che oggi vede 74 indagati.
Gli applausi in aule e le proteste fuori – In aula il discorso del sindaco è interrotto da alcuni applausi. Il Pd, secondo quando trapelato prima della seduta, avrebbero radunando più persone possibili proprio per cercare di evitare le proteste tra il pubblico dell’aula consiliare durante il discorso di Sala. Nel partito giravano messaggi per dare appuntamento a tutti un’ora prima dell’inizio della seduta, in modo da occupare tutti i posti sugli spalti. Le proteste invece ci sono state ma fuori da Palazzo Marino: davanti alla sede del Comune di Milano un gruppo di manifestanti si è riunito per chiedere le dimissioni di tutta la giunta. I manifestanti hanno portato un grande striscione con la scritta “Dimissioni. L’unica salvezza per Milano è la città pubblica”, e un altro in cui si legge, “No ai bulli del mattone. San Siro bene comune”. Il presidio è stato promosso, tra gli altri, da Cambiare rotta, Potere al popolo, Rifondazione comunista. “Giunta Sala devi andartene, dimissioni, dimissioni”, scandiscono in coro i cittadini.
“La giustizia e la politica devono occuparsi di ambiti diversi” – In aula consiliare intanto Sala continuava il suo intervento, lanciando anche delle frecciate alla magistratura: “La giustizia e la politica devono occuparsi di ambiti diversi, nel totale e reciproco rispetto”, ha detto il sindaco. “Non intendo dare giudizi sull’operato della magistratura – aggiunge – ma non posso evitare di raccontarla mia versione, non posso esimermi nel rilevare un comportamento ricorrente in questo paese che ritengo sbagliato. Chiedo a voi colleghi politici, sta bene a chi governa o a chi ambisce a governare la città o il Paese che indagini riservate diventino pubbliche? Ricordo a chi approfitta politicamente di situazioni come questa, oggi a me domani a te”, ha detto Sala nel suo intervento. “Certa politica” che ha “comportamenti sgraziati” sta “commettendo un errore“, ha detto il sindaco di Milano aggiungendo che se questo viene fatta per ottenere “una fotonotizia” sulle pagine locali va bene ma “se lo fate per destabilizzarmi non avete possibilità, nella vita ho affrontate cose cento volte più gravi”.
Sala: “Sempre agito nell’interesse dei cittadini” – “Tutto ciò che ho fatto nell’arco delle mie due sindacature si è sempre basato su ciò che ritengono essere nell’interesse delle cittadine e dei cittadini“, ha detto il sindaco sottolineando che “è fonte di grandissima sofferenza il mio coinvolgimento nell’indagine”. Sala è indagato per false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone in relazione alla riconferma di Giuseppe Marinoni alla presidenza della Commissione Paesaggio, e per concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’area dell’ex Pirellino, legato all’operato dell’imprenditore Manfredi Catella e dell’architetto Stefano Boeri. “Dobbiamo mantenere gli impegni presi con gli elettori“, ha aggiunto Sala accantonando definitivamente l’ipotesi dimissioni , sulle quali dice comunque di avere “pensato seriamente”: “Ne ho parlato con la famiglia della possibilità di non andare avanti”. Ma alla fine non cede. Così punta già al futuro partendo dall’operazione dello stadio San Siro, con la vendita della struttura e delle aree a Inter e Milan. “Dobbiamo da settembre riavviare il percorso consiliare sullo stadio con l’obiettivo di rispettare i tempi che il progetto richiede“, ha ribadito. Dal Meazza all’impegno piano straordinario casa il sindaco ha indicato gli elementi da portare avanti a Milano dicendo che “se su queste basi la maggioranza c’è, io ci sono con tutta la passione, la voglia, l’amore per la città di cui sono capace”. “Non tutto quello che abbiamo tentato è perfezione ma abbiamo mantenuto la traiettoria”, ha aggiunto. “Oggi sono più che mai determinato a fare fino in fondo il mio dovere con voi”, ha concluso rivolgendosi alla sua maggioranza. “Sono giorni confusi in cui tutto sembra diventare oscuro, le certezze sembrano vacillare e anche le fisionomie più note sembrano confondersi. Ed è per questo che io voglio essere chiarissimo”, ha proseguito. “Sono qui con voi in un momento delicato, con i destini di tante persone che hanno creduto in questa avventura politica“.
Il botta e risposta con il consigliere di Fdi – In aula la tensione cresce con tanto di botta e risposta tra Sala e il consigliere di Fdi Enrico Marcora che più volte ha interrotto il discorso del sindaco. Al consigliere Marcora che “ha postato la mia foto vestito da galeotto voglio dire che ho segnalato il suo gesto ai vertici del suo partito, al presidente del Consiglio e a quello del Senato”, ha detto il sindaco. “Ora starò a vedere – ha aggiunto Sala- se la forza politica a cui ha aderito, l’ennesima a cui ha aderito, le farà fare carriera, vorrà dire che condivide e appoggia il suo comportamento. Sennò significherà che il partito che governa la nostra nazione ha integrità”. “Deve rispondere alle nostre domande, non ai post, lei è un piccolo sindaco”, ha replicato Marcora al termine del suo intervento.
Le dimissioni di Tacredi: “Mia coscienza pulita” – Poi è il turno dell’assessore Giancarlo Tancredi: per lui la Procura di Milano ha chiesto gli arresti domiciliari e parla subito dopo Sala. Al suo arrivo gli altri assessori della giunta si sono alzati a turno e lo hanno abbracciato e baciato, così come ha fatto la presidente dell’aula, Elena Buscemi. “Ho rassegnato in data odierna le mie dimissioni dalla carica di assessore”, ha detto dopo avere preso la parola: “Sono giunto a questa decisione sofferta perché ritengo che sia la migliore per affrontare gli sviluppi giudiziari, ma anche per rispetto per gli organi giudicati, il sindaco, i colleghi di giunta, i cittadini milanesi e consiglieri”. “La mia coscienza è pulita“, tiene però a sottolineare ricordando di aver prestato la sua opera “con passione, impegno, rispetto per tutte e tutti, leale confronto, e con amore profondo per la mia città”. Tancredi si è commosso più di una volta mentre leggeva il suo discorso in aula. “Ci tengo a dire che la mia vita, professionale e non, è sempre stata improntata a valori etici e morali, sempre a me riconosciuti da più parti, in più contesti, anche nella mia attività di assessore degli ultimi quasi quattro anni”, ha concluso.
Il Pd ribadisce il suo sostegno a Sala – Così la giunta Sala perde solo un componente e va avanti, con il sostegno della maggioranza e, in particolare, del Partito democratico (che ha subito fatto quadrato in difesa del sindaco). “Come partito lo diciamo da tempo, a viso aperto, al sindaco e alla città. Dobbiamo aprire una fase nuova. Nessuno vuole passare questi ultimi due anni a vivacchiare, saremmo un insulto allo spirito ambrosiano”, ha detto la capogruppo dem Beatrice Uguccioni. “C’è qualcuno qui oggi che fa finta di non vedere il percorso che ha fatto la città in questi ultimi vent’anni, che vuole buttare il bambino con l’acqua sporca – ha aggiunto -, pronto a criminalizzare, in modo indiscriminato, le scelte che sono fatte, scelte che hanno portato questa città a essere il punto più avanzato del nostro Paese, un ponte fra l’Italia e il mondo”.
Le critiche del centrodestra – “Il giudizio della Lega sulla giunta di Milano guidata da Giuseppe Sala è pessimo e non per le inchieste giudiziarie che stanno travolgendo Palazzo Marino. Nell’attesa che la magistratura faccia il proprio corso, la città è diventata una boutique su misura per milionari, sempre più insicura, sfiduciata e paralizzata, incapace di trattenere giovani, precari o ceto medio. Il centrosinistra ha gravemente fallito e dovrebbe consentire ai milanesi di tornare al voto“, scrive in una nota il partito di Matteo Salvini. “Come prevedibile, Beppe Sala rimane disperatamente aggrappato alla poltrona, protetto da una maggioranza a guida Pd ormai decotta e tenuta insieme solo dalla paura del voto. Milano non merita di rimanere ostaggio delle lotte di potere di una sinistra in agonia, complice del degrado, dell’illegalità e dell’abbandono. Serve una svolta. E serve adesso”, afferma invece sui suoi social il capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo Carlo Fidanza.